Palermo, dopo un mese di stop ora c'è il via libera alle corse all'ippodromo
Da sabato (22 febbraio), dopo oltre un mese di stop, c’è il via libera alle corse all’ippodromo. Il ministero dell’Agricoltura ha fornito garanzie sul contributo dopo le verifiche del caso, anche da parte della prefettura, sulla società di gestione, la Sipet, finita nell’occhio di un ciclone giudiziario che aveva tra l’altro portato alla condanna del patron Massimo Pinzauti per estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’indagine aveva coinvolto pure l’ex consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Mimmo Russo, finito in carcere e poi ai domiciliari, e Gregorio Marchese, figlio del boss di corso dei Mille. La società - che nel 2020 aveva avuto una concessione trentennale dell’impianto da parte del Comune in cambio di investimenti milionari - tuttavia ha chiesto di potere continuare nella sua attività fornendo tutte le delucidazioni e rassicurazioni del caso e contestualmente chiedendo una sospensione della gare per circa un mese. Il Comune, dal canto suo, voleva vederci chiaro. E aveva chiesto delucidazioni, anche a salvaguardia dei dipendenti, delle stesse attività sportive e dell’indotto sui collegamenti diretti o indiretti con l’inchiesta dell’aprile del 2024. Le risultanze sono state anche trasmesse alla prefettura. A seguito dell’indagine Pinzauti si era dimesso dalle cariche. Ora figura come socio unico Antonio Paccosi, lo stesso che alla fine del 2024 con una lettera al ministero dell’Agricoltura e al sindaco Roberto Lagalla comunicava il posticipo delle gare perché non era stato erogato alla società il contributo straordinario ministeriale del 2025. Senza quei soldi che l’anno precedente ammontavano a 1,2 milioni, Sipet era andata in crisi, tanto da sospendere le gare. La conferma che il ministero ha dato il via libera arriva direttamente dall’assessore allo Sport, Alessandro Anello, che, per conto del sindaco, assieme alla collega del Patrimonio Brigida Alaimo, ha seguito la vicenda passo passo. La storia dell’impianto equestre della Favorita è fatta di speranze, di rinascita e intoppi che hanno pregiudicato le strutture. L’ippodromo, infatti, era stato chiuso nel 2017 per una interdittiva antimafia rivolta alla penultima società di gestione. Il campo e le strutture a corollario abbandonate ben presto si sono trasformate in un campo di battaglia. Incursioni, degrado e poi tutto aggravato anche dalla presenza di amianto in alcune coperture. Quando arrivò la Sipet la notizia venne accolta con favore. Anche perché l’accordo prevedeva un piano di bonifica di amianto e rifiuti e con tanti altri investimenti, che i tecnici comunali avevano quantificato in quasi sei milioni. Ma niente è andato liscio. Almeno fino a oggi.