
Restano in cella 141 dei 181 tra boss, gregari ed estortori fermati e arrestati martedì nel maxi-blitz della Dda di Palermo che ha colpito i clan del capoluogo e della provincia. Per 11 persone i giudici hanno disposto i domiciliari, per 12 l’obbligo di firma mentre alcune posizioni sono ancora al vaglio dei magistrati.
Salvatore Ruvolo ha ammesso l'aggressione ed è stato scarcerato anche perché il giudice ha escluso il rischio di reiterazione del reato. Il titolare del parco giochi Bossolandia di viale Campania è indagato per aver picchiato un uomo sorpreso a rubare nella sua attività: è accusato di tortura ma non è stato contestato nessun legame con l'associazione mafiosa.
Regge, dunque, l’impianto accusatorio dei pm che hanno disarticolato i clan di Pagliarelli, Tommaso Natale, Santa Maria di Gesà, Porta Nuova, Cinisi, Carini e Bagheria al termine di una indagine che ha svelato gli affari delle cosche tornate ricche grazie al traffico di droga.
Dall’indagine è emerso che molti padrini detenuti riuscivano a comunicare all’esterno grazie a cellulari introdotti illegalmente in carcere e che la mafia poteva contare su critpofonini dotati di software che ne impedivano l'intercettazione.
Caricamento commenti
Commenta la notizia