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Il Tar Sicilia inaugura l'anno giudiziario, Veneziano: «Ricorsi in calo ma mancano i magistrati»

Nel corso del 2024 sono state depositate 1.817 richieste di procedimenti, l'8,8% in meno rispetto all'anno precedente

Nella foto il presidente Salvatore Veneziano. (foto Alessandro Fucarini)
Nella foto il presidente Salvatore Veneziano. (foto Alessandro Fucarini)

Il presidente del Tar Sicilia, Salvatore Veneziano, all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palermo, nella sede di Palazzo Benso, ha spiegato che «nel corso del 2024 sono stati depositati 1.817 nuovi ricorsi, in decremento (-175, circa -8,8%) rispetto al totale dei depositi dell’anno precedente. Il dato risulta però in qualche modo bilanciato dall’incremento dei ricorsi per motivi aggiunti, aumentati dai 169 del 2023 ai 250 del 2024 (circa il +48%)».

«Operando il confronto per materia tra i dati statistici dei nuovi ricorsi del 2024 rispetto a quelli dell’anno precedente, appare meritevole di segnalazione - ha aggiunto Veneziano - la flessione in materia di edilizia e urbanistica (-130), di beni paesaggistici (-38), di appalti (-28), di sanità pubblica (-22), di servizi pubblici (-20), di concorsi (-16), di professioni e mestieri (-13), di personale della Polizia di Stato (-13), di credito e risparmio (-11) e di informative antimafia (-8) - oltre a minori flessioni in altre materie nel dettaglio evidenziate nell’apposita tabella - solo parzialmente bilanciata dall’incremento dei ricorsi in materia di istruzione e insegnanti (+66), di personale all’Arma dei Carabinieri (+28), di ambiente (+23), di armi (+16), di regione (+14) e di stranieri (+11) -, oltre a minori incrementi in altre materie nel dettaglio evidenziate nell’apposita tabella».

«L’attività nel 2024 ha consentito l’ulteriore riduzione del tempo medio di durata di un giudizio, passato dai 1.113 giorni del 2021, 796 giorni del 2022 e 617 giorni del 2023, ai 453 giorni del 2024 (corrispondente a una durata media pari a circa 15 mesi); si tratta di una durata ampiamente inferiore alla soglia dei tre anni - ha aggiunto Veneziano - Risulta già ampiamente conseguito, anche in senso «dinamico», il risultato finale previsto per questo Ufficio giudiziario dallo specifico programma nazionale Pnrr, finalizzato a ridurre entro il mese di giugno 2026 del 70% il contenzioso amministrativo pendente al 31 dicembre 2019, che fissava tale soglia per questo Ufficio in 2.818 ricorsi pendenti residui».

Palazzo Benso da ristrutturare

«Ho constatato in questi anni una serie di problematiche logistiche e operative, fondamentalmente riconducibili all’invecchiamento e deterioramento dell’immobile che ci ospita, e alla prolungata carenza di magistrati e personale amministrativo, che ne avevano appesantito e resa più lenta e difficoltosa l’attività rispetto al momento nel quale l’avevo lasciata. La procedura pubblica per il reperimento di altro immobile dove trasferirsi è stata accantonata. Solo a fine gennaio 2025 sembrano essersi concretizzati gli ultimi passaggi procedurali per la piena e libera disponibilità dell’immobile da parte del tribunale. Questo consentirà di eseguire interventi per il recupero strutturale di Palazzo Benso. La piena funzionalità del processo telematico e alla generalizzazione della modalità dello smartworking abbiano effettivamente ridimensionato il fabbisogno di superfici disponibili».

Mancano i magistrati

«E’ consolidata la pesante e prolungata carenza di magistrati in Sicilia. L’attivazione delle due nuove sezioni interne - ha aggiunto - aveva fortunatamente già imposto un consistente aumento della dotazione di fatto dei magistrati qui in servizio, accresciuta da 12 a 19 unità (compreso il presidente) con la immissione in servizio di cinque referendari di prima nomina tra i mesi di giugno e settembre 2023. Nel corso de 2024 tale situazione numerica è rimasta inalterata anche a seguito dell’avvicendamento conseguente alla tornata di trasferimenti e contestuali immissioni in servizio di nuovi magistrati avvenuti in corso di anno. Si registra tutt’ora una elevata scopertura, pari a 5 unità rispetto alla pianta organica di diritto, che indica in 24, compreso il presidente titolare, con comprensibili difficoltà operative già nella composizione del collegio giudicante in caso di assenze, ferie o altri impedimenti che impongono quindi l’applicazione di un collega da altra sezione. Nel 2024 è invece possibile ritenere sostanzialmente risolta la problematica relativa all’annosa carenza di personale amministrativo. All’assunzione nel 2021 di sei funzionari amministrativi si era aggiunta, già nell’anno 2022, l’assunzione, con rapporti di lavoro a tempo determinaªto, di dieci nuovi funzionari amministrativi e di cinque assistenti informatici».

«Percezione della Regione non positiva»

«La percezione dello stato dell’amministrazione siciliana e della sua presumibile capacità di rispondere alle sollecitazioni derivanti dall’attuazione nella Regione dei programmi di investimento oggetto, tra l’altro, del Pnrr, come si desume dall’esame quali-quantitativo del contenzioso amministrativo del 2024, rimane non positiva», ha detto Veneziano, nel corso dell’inaugurazione anno giudiziario.

«Tale giudizio - ha aggiunto - discende non solo dal generico rilievo di una perdurante, oggettiva, criticità nei rapporti tra cittadini e amministrazioni denotanti un elevato grado di inefficienza della pubblica amministrazione, incapace di onorare oltre che le proprie obbligazioni anche gli elementari doveri procedimentali (silenzi e accessi), ma soprattutto dal mancato incremento dei contenziosi in materie che possono denotare lo svolgimento di attività amministrative qualificate, quali le autorizzazioni e concessioni, così come gli appalti».

«Riferendomi all’amministrazione regionale e all’elevato numero - ormai definibile strutturale, di ricorsi per ottemperanza, mi permetto di rilevare che una percentuale non irrisoria di detto contenzioso riguarda il pagamento di debiti fuori bilancio anche per condanne della stessa amministrazione al pagamento di spese giudiziali - ha aggiunto Veneziano - La materia risulta disciplinata da una circolare assessoriale che ha cercato di ‘procedimentalizzarè gli adempimenti amministrativi attuativi della disciplina nazionale di contabilità pubblica regionale ma purtroppo i tempi burocratici rimangono talvolta incomprensibilmente lunghi rispetto agli adempimenti richiesti e ciò determina l’insorgenza di nuovo contenzioso, con connesso aggravio di procedure e oneri, anche per nuove e ulteriori spese legali». «Probabilmente - oltre ad una maggiore attenzione al rispetto dei tempi della procedura, quale essa è oggi delineata - sarebbe opportuno valutare un intervento strutturale che consenta una maggiore ‘correntezzà negli adempimenti, non potendosi obliterare la circostanza che si tratta di pagamenti dovuti in forza di titoli giudiziari definitivi e che ogni ritardo determina aggravio di oneri e spese».

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