Palermo

Giovedì 13 Febbraio 2025

Il maxiblitz antimafia a Palermo, il Pacchione disse: prima cosa, togliamo gli extra a mio cugino

Tommaso Lo Presti

Una crisi ai piani alti di Cosa nostra a causa della scelta del nuovo reggente di Porta Nuova di tagliare i sussidi ai detenuti. Con l’avvento di Tommaso Lo Presti, classe ‘75, detto il Gabibbo o il pacchione, alla reggenza del mandamento di Porta Nuova dopo l’arresto del latitante Giuseppe Auteri, avvenuto il 4 marzo dello scorso anno, nuove direttive gestionali provocano non poche fibrillazioni. L’immediata disposizione di ridurre l’importo corrisposto a titolo di mantenimento ai sodali, a cominciare dal cugino Calogero Lo Presti, detto lo zio Piero, è giunta in controtendenza rispetto alla gestione del precedente reggente causando non pochi malumori. Su questo fronte sono eloquenti le intercettazioni, come quella del 23 marzo in cui Calogero Lo Presti, detenuto, parlando con la moglie la invitava a non accettare una decurtazione del mantenimento ed, eventualmente, a mandare indietro tali somme: «Dice mio marito, comprati le sigarette e ve le fumate. Come ti porta la mano, mi senti a me? Mandaglieli indietro». Calogero Lo Presti, che nel tempo aveva ricevuto somme per migliaia di euro ed aveva ottenuto anche una preziosa collana con crocifisso, pochi giorni dopo riferirà alla consorte di avere rifiutato una elargizione di 750 euro: «Quello mi ha mandato sette e cinquanta ed io il glieli ho mandati indietro». Il contenzioso sul mantenimento delle famiglie dei carcerati è uno dei retroscena della retata che ha portato all'arresto 181 persone. Un servizio completo sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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