
Sequestro e multa per quasi tremila euro: polizia municipale e carabinieri hanno effettuato alcuni controlli nei locali di via dell’Orologio, pizzicando il noto locale Vespa cafè con musica ad alto volume e con oltre duecento persone all’interno che ballavano «in pista». I titolari dell’attività, che non ha i permessi per poter organizzare serate danzanti, respingono le accuse e hanno già dato mandato al proprio legale di impugnare il provvedimento nato dalle ispezioni dei caschi bianchi e dei militari dell’Arma dopo alcune segnalazioni arrivate dai residenti della zona.
Secondo il verbale, veniva riprodotta musica ad alto volume e «veniva esercitata unicamente l’attività di discoteca priva di qualsiasi autorizzazione o licenza del questore, del certificato di agibilità rilasciato dalla commissione comunale di vigilanza sui luoghi di pubblico spettacolo, della documentazione per la prevenzione degli incedi e del nullaosta della Soprintendenza».
Dai verbali emergerebbe che al momento dei controlli, carabinieri e vigili urbani hanno trovato «più di 253 persone che ballavano in una sala di soli 63 metri quadri, liberati dai tavoli e dalle sedie che erano accatastati ai lati della stanza bloccando le uscite di sicurezza. Le vie di fuga - prosegue la nota - confluivano all’interno di una piccola area condominiale, chiusa da un cancello di cui il gestore non era in possesso delle chiavi». Tutti elementi che hanno fatto scattare il sequestro preventivo dell’immobile, degli impianti di amplificazione, luci e una macchina per il fumo.
Ma il Vespa cafè non ci sta: dal locale fanno sapere che «non abbiamo nessuna macchina per il fumo - sottolineano i titolari - e non so da dove esca questa storia. Quella sera, come si può evincere anche dalle foto che sono state scattate, c’erano un’ottantina di persone e non di più. Noi facciamo prevalentemente attività di ristorazione e invece ci hanno inquadrato come una discoteca: noi facciamo intrattenimento con contorno musicale che interrompiamo puntualmente prima della mezzanotte». I gestori hanno quindi dato mandato al proprio avvocato di procedere con l’impugnazione e chiedere il dissequestro del locale e delle attrezzature.

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