Palermo

Mercoledì 22 Gennaio 2025

La strage di Casteldaccia, il dolore dei figli delle vittime

Parenti delle vittime del tragico incidente sul lavoro a Casteldaccia (Palermo), 06 maggio 2024. E' di cinque morti e due intossicati, uno dei quali in gravi condizioni, il bilancio definitivo della strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia./////Relatives of the victims of the tragic workplace accident in Casteldaccia, near Palermo, Sicily island, southern Italy 06 May 2024. The final toll of the workplace massacre which occurred in Casteldaccia is five dead and two intoxicated, one of whom is in serious condition.ANSA/IGOR PETYX

«Non può accadere che cinque persone, cinque padri di famiglia, vadano a lavorare e non ritornino più a casa», a parlare è Fabrizio Giordano, figlio di Ignazio Giordano, uno dei cinque operai morti nell’incidente sul lavoro di Casteldaccia. Insieme a lui hanno perso la vita anche Epifanio Alsazia, Roberto Raneri, Giuseppe Miraglia e Giuseppe La Barbera. Quella che il 6 maggio dell’anno scorso doveva essere una banale operazione di manutenzione all’interno dell’impianto fognario di Casteldaccia si è trasformata in una tragedia senza precedenti. I cinque dipendenti sono rimasti vittima di una bolla di acido solfidrico che si è sprigionata dai liquami: il gas letale, presente in concentrazioni dieci volte superiori alla soglia consentita, ha saturato gli spazi trasformando la vasca di sollevamento delle acque reflue in una trappola mortale. La relazione tecnica, richiesta dalla Procura di Termini Imerese guidata da Ambrogio Cartosio, ha messo in luce errori e omissioni che avrebbero contribuito al disastro evidenziando gravi violazioni delle norme di sicurezza da parte dell’Amap, la società committente, il cui direttore dei lavori Gaetano Rotolo è stato sottoposto a procedimento disciplinare, e indagato insieme a Giovanni Anselmo, amministratore unico di Tek Infrastrutture, e Nicolò Di Salvo, contitolare della Quadrifoglio, titolari rispettivamente della società che aveva vinto la commessa e dell’altra che aveva ricevuto un subappalto da 100 mila euro. «Facciamo un appello al procuratore Cartosio, speriamo che ci sia la massima severità nel processo. Chi ha delle responsabilità, soprattutto per negligenza, imprudenza e imperizia, deve pagare: abbiamo massima fiducia nella giustizia», ha continuato Giordano ricordando che il dolore per la perdita del papà è ancora vivo. «Mi manca quando tornava a casa dopo una giornata di lavoro, mi salutava, mi abbracciava, mi manca un pò tutto». Anche Chiara Raneri, un'altra figlia di una delle vittime, condivide lo sgomento per un lutto che non avrebbe mai dovuto verificarsi: «Chi lo doveva dire che è uscito da casa e non doveva più ritornare? A volte mi sembra quasi impossibile, penso che debba rientrare da un momento all'altro. Quello che è accaduto è stato ingiusto, nel lavoro non dovrebbe esserci rischi. Spero che non accada ad altre persone e che ci possano essere dei seri provvedimenti». Nel frattempo, la Fillea Cgil sta lavorando per la costituzione di un'associazione delle vittime sul lavoro edile. Il segretario generale Piero Ceraulo, che oggi sarà ascoltato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro, ha incontrato i familiari delle vittime della strage di Casteldaccia e di altri incidenti mortali, come Monica Garofalo, vedova di Giovanni Gnoffo, deceduto nel cantiere della Lidl in città. L'obiettivo è di trasformare il comitato delle vittime, presieduto dalla stessa Garofalo, in un'associazione che possa promuovere la sicurezza sul lavoro e fornire supporto legale, psicologico ed economico ai familiari. «Attraverso l’associazione - ha detto Ceraulo - lanceremo anche la proposta di una legge nazionale per introdurre il reato di omicidio sul lavoro, con elementi sanzionatori, che possa scuotere chi ha la responsabilità degli appalti. E chiederemo delle modifiche alla normativa vigente in tema di salute e sicurezza».

leggi l'articolo completo