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San Giuseppe Jato e San Cipirello ricordano il piccolo Giuseppe Di Matteo ucciso dalla mafia

giuseppe di matteo

Ricordato oggi il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso dalla mafia dopo una lunga e orribile prigionia in un casolare nelle campagne palermitane tra San Giuseppe Jato e San Cipirello, su ordine del boss Giovanni Brusca. Era l’11 gennaio del 1996, il 19 successivo avrebbe compiuto 15 anni. Per due anni Giuseppe è stato in mano degli aguzzini mafiosi nel tentativo di convincere il padre, Santino Di Matteo, a non collaborare con la giustizia.

Giuseppe Di Matteo, nato a Palermo il 19 gennaio 1981, fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, quando aveva 12 anni, in un maneggio di Villabate, da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca, boss di San Giuseppe Jato, allora latitante. Oggi si è svolta la cerimonia nel casolare confiscato alla mafia. Vi ha preso parte anche la madre Franca, che ha chiesto che questi luoghi siano vissuti per non far morire la memoria del figlio.

Il Giardino della memoria, annesso al casolare, è però in stato di abbandono e da qui la rabbia del sindaco di San Giuseppe Jato, Giuseppe Siviglia, verso l’associazione locale che lo gestisce: «Revocheremo la convenzione», dice.

Quest’anno i comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello hanno deciso di intitolare l’ex regia trazzera che porta al giardino come via della Memoria. «Vogliamo che chiunque passi da qui ricordi Giuseppe Di Matteo», dice Vito Cannella, il primo cittadino di San Cipirello.

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