La sanità siciliana ancora nell’occhio del ciclone con esposti per pazienti morti e indagini delle procure come quella aperta dai pm di Palermo che indagano sulla morte di Giuseppe Barbaro, 76 anni, deceduto ieri all’ospedale Villa Sofia dopo 17 giorni di ricovero in attesa di essere operato per una frattura. I parenti hanno presentato un esposto assistiti dall’avvocato Andrea Dell’Aira.
Criticità nell’ospedale palermitano erano state riscontrate anche dal presidente della Regione, Renato Schifani, nella sua visita a sorpresa il 3 gennaio scorso trovando in Ortopedia 14 pazienti in attesa d’intervento.
Schifani convoca i direttori sanitario e amministrativo di Villa Sofia
Ora Schifani ha convocato per giovedì pomeriggio il direttore sanitario e il direttore amministrativo dell’azienda «Villa Sofia-Cervello», Aroldo Gabriele Rizzo e Luigi Guadagnino.
L’ennesimo caso denunciato dai familiari di un paziente avviene a pochi giorni dai funerali di Maria Ruggia, 76 anni, morta nell’ospedale Ingrassia, sempre nel capoluogo, dopo essere rimasta per 8 giorni in una barella perchè non c’erano posti disponibili nei reparti.
Secondo la denuncia dei familiari del paziente morto a Villa Sofia nel corso dei giorni trascorsi in ospedale sarebbero sorti problemi non legati alla frattura ma che sono addebitabili ai sanitari. Barbaro è rimasto nel Pronto soccorso dal 21 dicembre al 24 dicembre, e poi trasferito nel reparto di Ortopedia.
Nell’esposto si legge che «i sanitari hanno omesso di considerare le condizioni cliniche del paziente - ricoverato per una frattura scomposta alla spalla sinistra - con evidenti sintomi ipernatriemia (alti livelli di sodio nel sangue) associata a disidratazione e peso corporeo ben al di sotto della media senza curare una idonea assunzione di liquidi e cibo ed omettendo di diagnosticare tempestivamente l’insorgere - durante la permanenza in nosocomio - di una polmonite bilaterale (lo stato febbrile veniva segnalato dalla figli e solo allora somministrato paracetamolo) e mantenendo lo stesso presso il reparto di Pronto soccoros dal 21 dicembre al 24 dicembre 2024, salvo trasferirlo al reparto ortopedia il 24 dicembre dove le condizioni del paziente divenivano sempre più scadenti e defedate (e senza mai 2 programmare alcun intervento chirurgico)».
La figlia ha denunciato che il padre quando è entrato in ospedale stava bene e che ha anche visto «che era stato legato al letto con strumenti di plastica alle caviglie ed al braccio destro e manifestava segni di dissociazione e confusione mentale». Il primario di Ortopedia, Davide Bonomo, sostiene che «il paziente è stato ricoverato per una frattura all’omero non scomposta e non c’era alcun tipo di urgenza-emergenza. È successo che ha contratto una polmonite in quanto paziente anziano e defedato. E’ stato valutato da pneumologi, cardiologi, anestesisti e le condizioni cliniche peggiorate dalla polmonite non ci hanno permesso di eseguire l’intervento». La procura ha sequestrato la salma e l’autopsia sarà svolta venerdì.
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