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Palermo, tentato omicidio ai Rotoli: Lupo tace sui due complici

Francesco Lupo si è chiuso in un silenzio assoluto, non parla, non collabora e soprattutto non ha fornito fino a questo momento alcun dettaglio sui due complici che gli investigatori continuano a cercare. È attualmente detenuto con accuse pesanti: tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, porto di arma clandestina e ricettazione.

Difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Vincenzo Giambruno, l’indagato sembra voler proseguire lungo la strada del silenzio, lasciando agli inquirenti il compito di ricostruire l'intera rete di complicità e motivazioni.

L'inchiesta sul tentato omicidio avvenuto domenica mattina davanti al cimitero dei Rotoli si concentra proprio sulla sete di vendetta di Lupo, trentenne pregiudicato, fermato poche ore dopo l'agguato a colpi d'arma da fuoco contro Antonino Fragali, un operaio della Reset di 43 anni. Odio maturato dal duplice omicidio di Antonino e Giacomo Lupo, padre e fratello dell'indagato: i due furono uccisi a marzo del 2019 allo Zen da Giovanni Colombo, cugino di Fragali, che si autoaccusò del delitto e fu condannato a 18 anni.

Un servizio completo di Fabio Geraci sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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