La bici giù dai Murazzi che ferì un ragazzo palermitano, l’imputata: «Io non colpevole, ma non ebbi coraggio»
«Non mi sento responsabile di quel gesto, che ha causato così tanto dolore e così tanta sofferenza. Ma sono consapevole di avere sbagliato nei giorni successivi: la paura e il poco coraggio mi impedirono di trovare la forza di raccontare e denunciare». È la dichiarazione spontanea resa oggi in tribunale a Torino da Sara C., la ragazza maggiorenne imputata per il caso del ferimento dello studente palermitano Mauro Glorioso: il giovane, nella notte fra il 20 e il 21 gennaio 2023, fu colpito da una bicicletta lasciata cadere dal bastione dei Murazzi del Po da un gruppo di ragazzini mentre attendeva di entrare in una discoteca. Sara, difesa dagli avvocati Federico Milano ed Enzo Pellegrin, ha spiegato che al momento del lancio non era con gli amici ma era in disparte.Degli altri componenti del gruppo, i tre minorenni sono stati condannati in appello; per un quarto, già maggiorenne all’epoca del fatto, la Cassazione ha annullato ‘con rinviò la sentenza ordinando un nuovo passaggio davanti ai giudici piemontesi, che è in programma il 31 gennaio.
Il racconto della notte di follia
Sara ha raccontato che quella sera il gruppo (tre ragazzi e due ragazze) lasciato il quartiere Borgo Vittoria per andare in un locale nella zona di piazza Vittorio. Ad un certo punto sorse una lite tra due fidanzati. «Ci dividemmo: i ragazzi andarono verso lungo Po Cadorna, io e la mia amica restammo un po’ più indietro. Parlavamo delle nostre relazioni sentimentali. Allora li vidi prendere una bici elettrica. Mentre mi stavo chiedendo cosa volessero farne la lanciarono di sotto. Non feci in tempo a raggiungerli che li sentii dire “scappiamo”».
Seppi dello studente guardando Internet
La giovane ha detto di avere saputo del ferimento dello studente solo l’indomani guardando internet. «Stetti male per due giorni. Poi mi confidai con mia sorella». In aula hanno testimoniato anche gli altri. Uno dei giovani ha confermato che «le ragazze non erano con noi», un secondo ha raccontato che nel momento del lancio «sentii una voce femminile dire “non fatelo”». L’altra ragazza del gruppo (già condannata) ha corretto le deposizioni rese nel corso del proprio processo, celebrato nei mesi scorsi dal tribunale per i minorenni, sostenendo che all’epoca aveva «mentito» su alcuni passaggi: un esempio è quando raccontò di avere visto Glorioso colpito dalla bicicletta. Oggi, dopo avere sottolineato che «Sara era un po’ più indietro rispetto a tutti», ha sostenuto che «non avevo realizzato cosa era successo, altrimenti non avrei proseguito la serata. Io ce l’ho un cuore».
Il biglietto misterioso
Inoltre ha parlato di un presunto retroscena risalente al giorno dell’arresto: «I carabinieri stavano perquisendo la mia stanza e uno di loro mi disse di scrivere rapidamente un biglietto su ciò che era capitato, dettandomi anche una frase. Quelle parole furono interpretate male».