Una pioggia di segnalazioni rimaste pressoché inevase puntavano il dito sulle falle e l’abusivismo di Theo Trattoria, conosciuto da molti anche come Theo Cucina. Insegne non a norma, fatte sparire lo stesso giorno della disgrazia, e occupazione di suolo pubblico, ma soprattutto la cappa ritenuta fin da subito fuori dalle regole. E proprio la cappa si è poi rivelata fatale per Mimma Faia, la trentottenne rimasta folgorata il 4 ottobre mentre puliva l’elettrodomestico nella cucina del locale e morta dopo due mesi di agonia. Un continuo invio di pec a firma dell’avvocato Aurelio Romanelli, amministratore del condominio al numero 3 di via Rocco Pirri. Dallo stabile, che nei bassi di corso dei Mille 95, con cui faceva angolo, ospitava la trattoria abusiva, come confermato dalla documentazione del Suap pubblicata ieri dal Giornale di Sicilia, che rigettava la domanda per le licenze, arrivavano giornalmente lamentele, soprattutto per la cappa la cui canna fumaria non superava il metro: una misura ritenuta insufficiente dai residenti, che lamentavano «la continua puzza con cui eravamo costretti a convivere ogni giorno - raccontano - lui insisteva che era tutto okay. Spiegava che la cappa era in carbonio attivo ma eravamo certi non fosse così. Poi ha fatto dei lavori poco prima del tragico episodio». Le insoddisfazioni erano state messe puntualmente nero su bianco dall’amministratore e inviate da marzo a settembre agli uffici del Nas, all’Asp e infine alla polizia municipale, alla quale era stato recapitato un verbale redatto dai militari in cui, come si legge in una mail di risposta inviata all’avvocato, veniva spiegato che era stato condotto «un controllo a carattere igienico-sanitario a seguito del quale non sono state riscontrate violazioni di competenza di questa Specialità. Le citate segnalazioni - prosegue la nota - sono state inoltrate per le valutazioni e i provvedimenti del caso ai competenti uffici». «L’attività era aperta dal 2023 - spiega Romanelli - e i problemi sono iniziati fin da subito: abbiamo segnalato come la cappa non fosse a norma, che le insegne fossero irregolari e che con i tavolini si erano impossessati dell’intero marciapiede. Ci vuole certamente maggiore attenzione». L’attività social per promuovere il locale, caratterizzata da video, fotografie e post promozionali di menù fissi e offerte per festeggiare lauree e compleanni, risale almeno a gennaio dello scorso anno, confermando di fatto il racconto dell’amministratore di condominio. Il locale dunque agiva alla luce del sole, come confermano le tante recensioni online sulla cucina, apprezzata dai più, palermitani e turisti. E come da annunci pubblicati su Facebook e Tiktok, la trattoria ospitava anche concerti live, in occasione di eventi prenotati e per movimentare alcune serate. Animazioni e promozioni che venivano pubblicizzate anche dalla stessa Mimma Faia, cui veniva chiesto come favore di dare una mano nella condivisione dei post: da questo si risale, più o meno, all’inizio della collaborazione, saltuaria, che la donna aveva cominciato con i titolari. Lei era addetta alle pulizie del locale e l’inizio delle sue mansioni si potrebbe collocare a partire da marzo, mese nel quale sul profilo della donna comincia a esserci traccia dei post di Theo Trattoria, che ad agosto aveva anche annunciato di essere in cerca di personale. Sul quadro generale sta indagando la polizia e per oggi è fissata l’autopsia sul corpo della donna, morta dopo due mesi di agonia nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Policlinico. Ieri non siamo riusciti a contattare i titolari della trattoria per avere la loro versione dei fatti.