Un’etichetta con due leopardi e la scritta Casamonica sui panetti di hashish confezionati in una casa di via Li Bassi trasformata in laboratorio per il business del traffico di stupefacenti. Un marchio di fabbrica del gruppo criminale della Guadagna riconducibile, secondo l’accusa, alla famiglia Scarantino, strettamente imparentata con il boss Salvatore Profeta, scomparso nel 2018 e un tempo indicato come il reggente di Santa Maria di Gesù. In quel covo del Villaggio Santa Rosalia, gestito da Salvatore Alessio Ficarra, uno dei 25 arrestati nell’operazione messa a segno tre giorni fa, avevano fatto irruzione gli investigatori della squadra mobile nell’ottobre del 2021.
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