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Maxi truffa all'Ue, chi c'era al vertice

La perquisizione a casa dell'indagato

Sono Rodolphe Ballaera, nato in Belgio, ma con origini siciliane, il milanese Paolo Falavigna, Antonio Lo Manto, esponente del clan mafioso di Brancaccio,  Giovanni Nuvoletta, della omonima cosca camorristica Cosimo Marullo e Marco Mezzatesta i personaggi più importanti della indagine della Procura Europea che ha scoperto una frode Iva da oltre 500 milioni commessa da una organizzazione criminale con
legami con le mafie.

Secondo gli inquirenti l’organizzazione avrebbe tra l’altro «agevolato economicamente consorterie di stampo mafioso, tra cui il clan camorristico Di Lauro di Scampia ed il clan camorristico Nuvoletta di Marano di Napoli, reinvestendo i proventi illeciti nel circuito della frode all’Iva e successivamente riversando i profitti anche per il complessivo sostentamento della organizzazione criminale». I referenti in Cosa nostra dell’organizzazione erano Antonio Lo Manto e Pietro Conoscenti, mentre Salvatore Tamburrino, Vincenzo Perrillo e Espedito Colonna erano i ganci con la «camorra» napoletana, e garantivano «la reciproca correttezza nella gestione degli affari, il recupero delle somme di denaro derivanti da eventuali ammanchi di gestione», e cercavano di «comporre i conflitti e le controversie, non solo di natura economica, eventualmente nate tra i diversi associati e tra costoro e soggetti esterni utilizzati nel circuito nazionale ed internazionale della frode all’Iva».

Importante anche il ruolo di Mezzatesta che attraverso una propria autonoma struttura organizzativa, con uffici a Fiumicino presso la Connex Italy srl, manteneva rapporti di collaborazione con gli altri gruppi criminali offrendo loro servizi di brokeraggio.

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