«La cellula di fedeli condivideva una visione orientata all’assolutismo (ovvero alla tendenza a spiegare ogni aspetto della realtà in funzione mistica), al fideismo (perché si richiedono atti di fede e dogmi, a cui bisogna aderire in maniera acritica), al manicheismo (l’interpretazione della realtà è caratterizzata da una distinzione netta e immutabile fra bene e male) e alla deresponsabilizzazione e alla tendenza a interpretare e ricondurre ogni evento sulla base della dicotomia bene-male e Dio-Satana». Si legge nella perizia psichiatrica che ha dichiarato incapace di intendere e di volere Giovanni Barreca, il muratore che ha sterminato, con la complicità della figlia e di una coppia di invasati religiosi, la moglie e i due figli. Una strage compiuta durante un folle rito di purificazione. «Anche dopo i fatti, che si svolsero per diversi giorni e portarono al decesso, in tempi successivi, di tre stretti familiari del signor Barreca, i suoi comportamenti risultavano poco organizzati e indicativi del persistere di un’alterazione - Quando il Barreca abbandonò la casa, piuttosto che cercare la fuga, si mosse in maniera apparentemente confusa e poco organizzata, raggiunse degli esercizi commerciali e, a suo dire, in uno stato di esaltazione religiosa perdurante, utilizzò il proprio cellulare per sentire dei canti evangelici ad alto volume, tanto da ricevere l’attenzione di altri, fino a richiedere conclusivamente aiuto telefonico a un conoscente e a familiare».