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Open Arms, l'avvocato Bongiorno: «Assolvere Salvini, fatto non sussiste». Prossima udienza il 20 dicembre

Tra due mesi sono previste le eventuali controrepliche e poi la camera di consiglio per emettere il verdetto

«Assoluzione perché il fatto non sussiste». Questa la richiesta dell’avvocato Giulia Bongiorno, chiudendo la sua arringa in difesa di Matteo Salvini, al processo Open Arms. «Questa è stata la battaglia - ha affermato - di Salvini sui diritti che sono diversi dalle pretese. Nell’agosto del 2019 il ministro Salvini stava combattendo una battaglia, ma certamente non contro i migranti che sono stati assistiti e tutelati. Una battaglia contro chi confonde le pretese e i diritti, ma usare a sproposito il termine diritto è molto pericoloso: non esiste il diritto di bighellonare o di scegliere come, quando e dove fare sbarcare i migranti e quali; non esiste il diritto di ignorare offerta d’aiuto».

La guardia costiera, ha concluso Bongiorno, «si è messa in ginocchio per avere una risposta da Open Arms sull'offerta di portare i migranti in Spagna. La stessa Spagna che ha offerto aiuto a Open Arms ricevendo come unica risposta un buonanotte. Pagine nere di questa vicenda».

Poi l’udienza del processo Open Arms è stata rinviata al 20 dicembre, come ha comunicato il presidente della Corte Roberto Murgia, al termine dell’arringa della difesa nell’aula bunker del Pagliarelli di Palermo. In quella data sono previste le eventuali controrepliche e poi la camera di consiglio per emettere il verdetto.

Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong Open Arms nell’agosto del 2019. L’accusa ha chiesto la condanna a 6 anni di carcere per l’allora ministro degli Interni e attuale vicepremier.

 

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