Palermo

Sabato 12 Ottobre 2024

L’Isola negli scatti degli Scafidi: un secolo vissuto per immagini

A cercar bene, ognuno a suo modo è stato un innovatore. Nonno Giusto che costringeva i protagonisti della Belle Epoque ad abbandonare la posa rigida da famiglia e ammorbidirsi in movimenti morbidi; papà Nicola che raccontava con uno scatto la valigia di cartone di un emigrante, un morto ammazzato e un gesto ampio di Luchino Visconti; e Pucci, il nipote che invece non solo si è vestito di colori, ma ne ha cercati ancora di diversi e adesso ha deciso di regalare agli scatti, la tridimensionalità. Lo spunto per questo viaggio generazionale che attraversa un secolo è dato da un compleanno tondo: cento anni di fotografia degli Scafidi, raccontati anche da uno short movie di immagini iconiche dei tre fotografi. Oggi dalle 18,30 a Villa Igiea Pucci Scafidi inaugura la mostra Frame of Sicily che poi durerà un mese: dodici scatti riuniti in un’esposizione realizzata con il sostegno della Fondazione Federico II, di Villa Igiea, Firriato, Cantine Florio e Flamant. E già questa sfilza di sponsor la dice lunga sulla nuova era di casa Scafidi: la foto esce dalle logge, sfonda una parete e finisce in strada. La terza generazione la riporta in salotto e la usa per raccontare commissioni opulente che sono ormai la cifra di Pucci Scafidi. Che dopo aver indagato le passerelle di moda, i mercati, Pantelleria, tenta la strada della foto materica. “In occasione di questi 100 anni - racconta - ho affinato qualcosa che avevo già sperimentato, una tecnica in cui la materia incontra la fotografia. Un’evoluzione del lavoro che porta ad elaborare gli scatti con resine ed altri materiali, applicate al supporto di stampa che trasformano alcuni dettagli dell’immagine in qualcosa che si può vedere ma anche toccare”. Andiamo per gradi e per storia: Giusto Scafidi era nato nel 1904 e, come si usava, allora già a 15 anni era finito in studio dai fratelli Seffer, diventando un abile “ritoccatore” e colorista. Si mette in proprio nelle scuderie di Palazzo Scalea, è molto amato da nobili e alto borghesi, dalla sua loggia passa anche donna Franca Florio e il cognato Vincenzo, per il quale poi seguirà diverse edizioni della Targa Florio. Ma nel 1943 una bomba americana distrugge lo studio e l’attività di Scafidi, già affievolita dalla guerra, ha un brusco stop. La riprenderà il figlio Nicola, nel 1955: ma la sala pose gli sta stretta, lavora con diversi colleghi e con la RolleiFlex comincia dalla strada, si muove tra la cronaca nera per il L’Ora che sui set cinematografici, sono suoi oggi i più begli scatti rimasti del dietro le quinte del Gattopardo. Dai comizi di Alcide De Gasperi, all’uccisione del bandito Giuliano, dai ritratti di Leonardo Sciascia e Renato Guttuso a quelli di Anna Magnani, Sophia Loren, Alain Delon e Burt Lancaster. Padre e figlio sono profondamente diversi, ma è il nipote a sparigliare le carte: Pucci sceglie come unica protagonista la Sicilia, ama il sole e il mare, conosce le passerelle ma guadagna presto la fiducia di chi cerca il bello. «Sono cresciuto all’ombra della grandezza di mio padre – racconta Pucci Scafidi -. Ironico, sornione e silenzioso. Ricordo di non aver parlato mai con lui di fotografia, fin quando, un giorno, del ragazzo, mi chiese di accompagnarlo a bordocampo allo stadio e mi affidò una Nikon F. Da quel giorno non ho mai più smesso di fotografare».

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