Palermo

Martedì 15 Ottobre 2024

Palermo, omicidio a Grisì: caccia al killer tramite telecamere e esami sul telefono della vittima

Le indagini sull'omicidio di Salvatore Di Salvo, il bracciante agricolo di 69 anni ucciso a Grisì, si concentrano sull'analisi delle telecamere di videosorveglianza di negozi e abitazioni nel territorio di Borgetto, dove viveva il pensionato. I carabinieri sperano di individuare immagini che possano identificare il veicolo utilizzato dall'assassino per spostarsi verso la zona isolata e deserta dove martedì mattina si è consumato il delitto. Al momento, il quadro delle indagini rimane aperto a ogni scenario, e gli investigatori, pur seguendo diverse tracce, non sono riusciti a identificare alcun sospettato. Si presume che l'aggressore conoscesse bene le abitudini quotidiane di Di Salvo, dal momento che ha scelto di agire in un luogo remoto, lontano da occhi indiscreti. L'impressione è che sapesse dove colpire senza il timore di essere scoperto, tanto da attenderlo in aperta campagna. I carabinieri stanno anche ascoltando nuovamente amici e familiari della vittima, cercando di ricostruire gli eventi che hanno preceduto l'omicidio, alla ricerca di eventuali conflitti o minacce. Di Salvo era descritto come un uomo rispettato e dedito alla famiglia ma i dettagli dell'attacco fanno pensare a un'esecuzione. Secondo una prima ricostruzione il sessantanovenne stava tentando di allontanarsi e di mettersi in salvo, come suggerirebbe la posizione in cui è stato rinvenuto il suo cadavere. Il killer ha esploso alcuni colpi di fucile che hanno colpito la vittima al torace e all'addome. Il suo veicolo è stato trovato quasi completamente nascosto in un canneto, mentre il corpo è stato scoperto dal figlio. Inoltre gli investigatori stanno esaminando il telefono di Di Salvo, con la speranza che le comunicazioni e i messaggi possano contenere indicazioni su minacce o rancori recenti. Di particolare interesse è anche la sua relazione familiare, considerando che era il fratello di Nicolò Di Salvo, titolare della società Quadrifoglio Group di Partinico, indagato per la strage sul lavoro di Casteldaccia in cui persero la vita cinque operai.

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