Corsi fantasma alla scuola Falcone dello Zen di Palermo, scattano i sequestri per 11 indagati
Si allarga l’inchiesta che, ad aprile del 2023, portò all’arresto per corruzione e peculato della preside palermitana Daniela Lo Verde, nota per le sue battaglie antimafia, e del suo vice Daniele Agosta. I due furono accusati, tra l’altro, di essersi appropriati di pacchi alimentari acquistati con i fondi europei e destinati alla mensa dell’istituto Giovanni Falcone. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno eseguito 11 provvedimenti di sequestro preventivo a carico di altrettanti indagati, emessi dall’ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo sulla base delle risultanze investigative emerse nel corso dell’attività d’indagine, coordinata dai procuratori europei delegati Calogero Ferrara e Amelia Luise dell’European Public Prosecutor’s Office of Palermo, per le ipotesi di reato di falso, truffa e induzione indebita. L’operazione, convenzionalmente denominata «La Coscienza di Zen-O», condotta da febbraio 2022 ad aprile 2023, dalla Sezione Eppo del nucleo investigativo, aveva permesso di disvelare l’esistenza di un unitario centro di interessi illeciti radicato all’interno dell’istituto Falcone del quartiere Zen di Palermo, portando il 21 aprile dello scorso anno all’esecuzione di 3 provvedimenti cautelari nei confronti della preside, del vice-preside e di un altro privato professionista. I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di delineare come i citati dirigenti scolastici, con la compiacenza ed in concorso con insegnanti e collaboratori scolastici che per l’occasione rivestivano la figura di esperto o tutor in progetti Pon realizzati con fondi comunitari, al fine di giustificarne l’esistenza ed accaparrarsi i relativi cospicui finanziamenti europei, avrebbero attestato il regolare svolgimento delle attività, di fatto mai realizzate o solo in parte. In particolare, sono stati contestati svariati episodi in cui gli insegnanti avrebbero attestato falsamente sia la loro stessa presenza, sia quella degli alunni all’interno dell’Istituto, apponendo firme o presenze false, anche in orari extracurriculari. Le somme sequestrate costituiscono il profitto che gli indagati avrebbero indebitamente percepito per gli incarichi retribuiti di esperto o tutor. Oltre agli 11 provvedimenti di sequestro di conti correnti, per un totale di circa 20.000,00 euro, sono state notificate le informazioni sul diritto di difesa ad ulteriori 6 indagati, interessati dal sequestro.