Palermo

Martedì 22 Ottobre 2024

Ordinanza di demolizione di 16 anni fa, una casa abusiva di Palermo è ancora in piedi: ora riparte l'iter

Da 16 anni un’abitazione abusiva in cortile della Gomena a Palermo nella zona dell’Arenella doveva essere demolita. La sentenza d’appello era diventata definitiva e gli uffici del Comune di Palermo avrebbero dovuto dare corso alla demolizione del manufatto che in questi anni, come accertato dagli agenti della polizia municipale, invece aveva subito un ampliamento con una sopraelevazione di 45 metri quadrati e terrazza da 32. Invece la pratica da anni giace in archivio nell’ufficio condono sanatorie e abusivismo. Il fascicolo impolverato, insieme ad altre centinaia di pratiche simili, è stato riportato alla luce dopo che l’avvocata Tiziana Staropoli che segue la vicenda per conto delle persone che abitano accanto alla casa abusiva, ha fatto accesso agli atti e si è rivolta all’autorità anticorruzione del Comune di Palermo. «Alla luce delle risorse inserite per le demolizioni sull’avanzo del Comune di Palermo con la presente - si legge nella richiesta di accesso agli atti - si sollecita la demolizione dell’immobile in cortile della Gomena bene acquisito al Comune già dal lontano 2008 e ad oggi né demolito né sgomberato». Dopo 16 anni di limbo la pratica è ripartita. Il segretario generale del Comune di Palermo Raimondo Liotta ha scritto al dirigente dell’ufficio condono Sebastiano Cucuzza e all’assessore al Condono Piero Alongi. Il dirigente dell’ufficio condono e il responsabile del procedimento il geometra Michele Sacco hanno scritto una lunga relazione con tutti i passaggi dal 2006 quando è arrivata la notizia di reato da parte della capitaneria di porto fino al 2 luglio del 2024 quando dopo l’accesso agli atti dell’avvocato è stato emesso l’atto di accertamento dell’inottemperanza all’ingiunzione a demolire numero 101. Dalla relazione emerge il salto dal 2008 al 2015 quando l’avvocatura comunicava le decisioni del Tar che ha respinto la richiesta di sospensiva. Altro salto nel 2023 quando l’iter è stato rimesso in moto dalle richieste dell’avvocata per dare corso alla sentenza del 2008.

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