A Palermo anche la nobildonna della Piana dei Colli ha preferito rivolgersi a un amico invece di denunciare. E pagare, per ottenere la restituzione dell’auto rubata senza fare ricorso alle forze dell’ordine. Nelle pagine dell’ordinanza dell’inchiesta sulla banda dello Zen specializzata nel ribordo (il furto di moto e macchine con la richiesta di riscatto) c’è spazio per numerosi episodi in cui le vittime hanno percorso strade alternative a quelle legali pur di rientrare in possesso dei mezzi (una scelta dettata anche dal fatto che il rimborso assicurativo non coprirebbe l’ammontare del danno patito). Ma dopo essere state convocate dagli investigatori hanno ammesso e detto la verità, anche per evitare di finire nei guai con la giustizia. Come l’esponente di una famiglia aristocratica alla quale era stata portata via, nel giugno di due anni fa, la Fiat Panda parcheggiata a Isola delle Femmine. Attraverso un intermediario, entrato in contatto con Giuseppe Basile, arrestato nel blitz di venerdì, condotto dai carabinieri e dalla squadra mobile, era riuscita a riavere il mezzo in cambio di 500 euro, a fronte di una richiesta iniziale di mille. «Servono mille chiodi, te la devi sbrigare con me - dice Basile in un messaggio intercettato dagli investigatori -. Tutto a posto, ma dille di non rivolgersi ad altri». Per la consegna dell’utilitaria verrà fissato un appuntamento presso un distributore di carburanti di via Lanza di Scalea, da dove, dopo la consegna dei soldi, la donna sarebbe stata invitata a seguire i banditi sino a Capaci, dove era stata parcheggiata la macchina. Solo uno dei tanti casi citati nel provvedimento firmato dal gip Ermelinda Marfia, che ha disposto cinque arresti in carcere e due ai domiciliari. Oltre a Basile, 29 anni, in cella sono finiti Mirko Lo Iacono di 28 anni, Davide La Rosa di 21, Stefano Angelo Randazzo di 25, Francesco Nappa di 39. Detenzione a casa per Carlo Mazzè di 22 anni e Nicola Spinnato di 52. Per loro sono state formulate accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio, rapina ed estorsioni. Nell’inchiesta, coordinata dai magistrati della Procura, ci sono altri 22 indagati a piede libero, e vengono presi in esame 26 episodi di estorsione, 28 furti, 19 ricettazioni, una rapina aggravata e una condotta di riciclaggio. Vicende commesse tra la città, Isola delle Femmine e Capaci, in una vasta area non lontana dallo Zen, il quartiere in cui abitano gli indagati e dove sono stati anche individuati garage e depositi in cui custodire mezzi e refurtiva. In base alla ricostruzione degli inquirenti, le tariffe del riscatto per riottenere il mezzo oscillavano tra i 300 euro per uno scooter ai 1.500 per un’auto, ma le richieste arrivavano anche a tremila euro per i pezzi più pregiati. Le indagini avevano preso avvio nel 2021 e, grazie alle intercettazioni e all’esame delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza, carabinieri e poliziotti sono risaliti passo dopo passo ai componenti dell’organizzazione e ai loro complici. Come gli autori materiali dei furti, abili ladri capaci di disattivare sistemi d’allarme, usare centraline elettroniche e portare via moto e auto parcheggiate nell’arco di pochi secondi. Banditi che, con estrema disinvoltura, mettono a segno i colpi con grande rapidità. Una volta individuato il veicolo, si avvicinano all’obiettivo e, nel caso delle due ruote, dopo aver tranciato eventuali catene ed aver rotto il bloccasterzo con un calcio, lo trasportano a mano o spinti dall’altro complice su uno scooter allontanandosi in fretta e furia. In città e in provincia i furti di auto e moto sono in cima alla lista dei reati, ogni anno si contano a migliaia. E, per tanti, comprare un mezzo nuovo diventa una scelta complessa nel timore dei ladri.