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Palermo, lo stupro al B&B: per i due cugini chiesto il giudizio immediato

Agostino e Giuseppe Romano sono accusati di aver abusato di una turista italo-canadese. La Procura ritiene che le prove siano evidenti. La difesa: «Rapporto consenziente»

Le prove sarebbero talmente evidenti che il sostituto procuratore di Palermo Gaetano Bosco ha chiesto al Gip Ivana Vassallo il giudizio immediato nei confronti di Agostino e Giuseppe Romano, 43 e 44 anni, entrambi in carcere, accusati di violenza sessuale ai danni di una turista italo-canadese che sarebbe avvenuta in un bed and breakfast di via Marinuzzi (la strada nella foto), a Palermo, nella notte tra il 2 e il 3 novembre dell’anno scorso. Il procedimento, una procedura speciale espressamente inserita nel codice penale che prevede di saltare l’udienza preliminare, può essere invocato a condizione che emerga la chiara colpevolezza dell’imputato e a sei mesi di distanza dalla sua iscrizione nel registro degli indagati. Il giudice deve valutare la presenza o meno di questi requisiti prima di disporre il rito immediato che poi deve essere notificato alle parti.

Secondo l’accusa, i due cugini avrebbero stuprato la donna approfittando della sua condizione di inferiorità fisica e psicologica provocata dall’assunzione di cannabis - che le sarebbe stata offerta da Giuseppe - e di alcol, in particolare sambuca, che avrebbe bevuto assieme ad Agostino.

La turista, durante l’incidente probatorio, aveva ribadito la sua versione. Agostino, che lavora in una cooperativa che gestisce l’appalto di sanificazione e pulizie al Policlinico, l’avrebbe inizialmente aiutata, indicandole il reparto dove era ricoverato il fidanzato. Rimasta colpita dalla gentilezza dell’inserviente, gli aveva chiesto di riaccompagnarla al b&b e avevano fatto anche un giro in scooter per la città. Nel tragitto avevano incontrato Giuseppe, poi avevano mangiato pollo, bevuto due birre e un bicchiere di sambuca e tutti e tre erano saliti in camera. A questo punto - in base alla sua testimonianza - sarebbe cominciato l’orrore: i due, senza il consenso, l’avrebbero costretta a bere alcolici e quindi l’avrebbero violentata.

«Uno dei due cercava di afferrarmi e baciarmi. Io mi mettevo a ridere e gli dicevo di no. Eravamo sul divano, questo è l’ultimo ricordo preciso che ho», ha spiegato la turista. La trentaseienne aveva detto di essersi sentita come stordita e di essersi risvegliata il giorno seguente. Da parte loro i cugini Romano non hanno mai negato di avere consumato una notte di sesso nella struttura in cui la donna alloggiava, sostenendo però che il rapporto era stato consenziente.

Due versioni diametralmente opposte. Inoltre, i difensori dei due arrestati - gli avvocati Pietro Capizzi e Antonio Lo Iacono - hanno molto insistito sul fatto che la trentaseienne potesse avere avuto un vuoto di memoria perché nel suo corpo gli esami di laboratorio non avrebbero rivelato la presenza di nessuna sostanza stupefacente. L’altra contestazione riguarda invece il fatto che la ragazza aveva deciso di pulire la stanza, gettando in un cestino perfino i preservativi usati che sarebbero stati utili per individuare con certezza i suoi aggressori.

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