Palermo, nel rudere di via Decollati generi di lusso: entro 10 giorni la riconsegna alla famiglia sfrattata dal boss
Da via dei Decollati emergono altri particolari, mentre le forze dell’ordine rimangono in presidio e gli operai inviati dal Comune di Palermo hanno iniziato a lavorare sugli infissi: entro dieci giorni la casa sarà pronta e il nucleo familiare che ha resistito al lancio di molotov, petardi e minacce, potrà fare il suo nuovo ingresso. Quando avverrà, puntati sulla palazzina ci saranno gli occhi attenti e precisi delle telecamere di video sorveglianza direttamente collegate alla control room del comando di polizia municipale in via Ugo La Malfa. Familiari e amici del boss Leonardo Algeri, vecchio proprietario della casa, sono avvertiti, insomma: «Lo Stato c’è - continua a ripetere Fabrizio Ferrandelli - anche oggi siamo qui, stiamo monitorando giorno per giorno la situazione. E anche dopo, non li abbandoneremo. Qui vince lo Stato». Gli animi infiammati per il momento sembrano essere stati domati, ma si vedrà: la famiglia Algeri, collegata al territorio di Santa Maria Gesù, ha comunque ricevuto un doppio schiaffo che ha accusato con non poca sofferenza. A partire dalla confisca di una casa diroccata all’esterno ma con tutti i comfort e le migliori opere di design al suo interno, in perfetto stile Gomorra. Tetti affrescati, maxi televisori e perfino una palestra ben attrezzata. «Mio marito non è un boss - ha urlato più volte la moglie nei giorni scorsi - vi pare che avremmo abitato in questa casa?». Eppure gli interni sembrano dire tutt’altro. E anche la richiesta che moglie e figlia del padrino avevano avanzato all’assessore, quando dopo un lungo tira e molla, condito dalle minacce di Ferrandelli di «chiamare la Rap e portare mobili e divani a Bellolampo», avevano optato per effettuare da sé il trasloco. La famiglia Algeri aveva chiesto di chiudere la strada al traffico: mostrarsi così deboli sarebbe stato un affronto troppo grande con il quale, però, alla fine hanno dovuto convivere. Le moto api che hanno trasportato mobili, divani e televisori nell’appartamento affianco le hanno viste tutti. «Nei prossimi giorni cominceremo a montare gli infissi - dice Ferrandelli -. Oggi (ieri 16 settembre, ndr) gli operai hanno preso le misure: in dieci giorni papà, mamma e i quattro piccoli potranno rientrare nell’abitazione». Il viavai dalla strada è continuo: via Decollati è un’arteria importante e gli occhi di automobilisti e motociclisti non fanno che soffermarsi sulla palazzina al civico numero trenta. Molti sono attirati dallo spiegamento di forze dell’ordine, altri, invece, quando passano, rivolgono sguardi torvi a carabinieri e polizia. Altri commentano. Il check point stabilito dal comitato per l’ordine e la sicurezza ha di fatto tagliato le gambe alle attività illecite della zona: in particolare spaccio e cavalli di ritorno. La zona è piena di box all’interno del quale si trovano automobili o motociclette rubate sul quale viene chiesto il riscatto, così come pullulano le stalle abusive dove i cavalli vengono tenuti in condizioni terrificanti. Un vero e proprio effetto boomerang. Ma c’è anche chi tifa per la legalità: sono tante le famiglie che in zona sono costrette a subire la legge del più forte. Ora il vento pare cambiato.