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«Era lucida, non ubriaca»: gli imputati dello stupro di gruppo di Palermo puntano sul consenso consapevole della ragazza

I legali di parte civile contestano la ricostruzione e sottolineano «le tante contraddizioni emerse in confronto a quanto abbiamo ascoltato dalla loro viva voce nelle intercettazioni che sono agli atti»

Dicono che la ragazza era lucida e consapevole di ciò che stava succedendo. «Lei ci stava, era consenziente. È vero che tutti abbiamo bevuto alla Vucciria ma la ragazza era lucida, non ubriaca», hanno sostenuto cinque dei sei giovani accusati dello stupro di gruppo ai danni di una diciannovenne, avvenuto il 7 luglio dell’anno scorso in un cantiere abbandonato del Foro Italico, a Palermo.

Nel processo, che si sta svolgendo in abbreviato, ieri è stato il giorno dell’esame di Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia e Elio Arnao che hanno risposto alle domande dei pm e degli avvocati delle parti civili. Un altro imputato, Samuele La Grassa, ha deciso invece di fare dichiarazioni spontanee nelle prossime udienze. Sono tutti in carcere: in caso di condanna, proprio perché hanno scelto di essere giudicati con il rito alternativo, potranno ottenere lo sconto di un terzo della pena. Gli interrogatori sono durati oltre cinque ore: quattro di loro erano presenti in aula, due hanno partecipato in videocollegamento.

Hanno ribadito che non ci sarebbe stata nessuna violenza sessuale: secondo loro ad organizzare tutto sarebbe stata la diciannovenne, la quale avrebbe perfino gradito le avances mettendosi alla testa della comitiva. «Non ci siamo messi d’accordo per andare al Foro Italico. Noi volevamo fare solo una passeggiata, è stata lei a proporre di appartarci in quel posto. Anzi ci ha chiesto di fare una strada più lunga in modo da non passare davanti al locale in cui lavorava il suo fidanzato. Non voleva farsi vedere da lui mentre era con noi», è stata la linea adottata da tutti i componenti del branco durante il confronto in aula che si è tenuto a porte chiuse. E quando gli avvocati di parte civile hanno chiesto se la ragazza avesse urlato, la risposta sarebbe stata un’ulteriore terribile negazione: «Sì, ma erano urla di piacere. Lei era eccitata dalla situazione», avrebbero spiegato i presunti autori degli abusi che hanno anche smentito di avere dato calci e pugni alla vittima. «Al massimo uno schiaffetto sul sedere», avrebbero ammesso aggiungendo di averla aiutata quando si era sentita male.

Angelo Flores, l’unico che conosceva la giovane e con la quale in precedenza avrebbe avuto alcuni rapporti, ha spiegato invece di essere rimasto come imbambolato, stupito per quello che lei stava facendo, anche se poi avrebbe ripreso alcuni momenti dello stupro con il suo telefonino. Tutti sono stati concordi però a sottolineare un altro aspetto: il più cattivo e aggressivo della serata sarebbe stato Riccardo Parrinello, che non aveva compiuto 18 anni all’epoca dei fatti, guarda caso l’unico già condannato a 8 anni e 8 mesi dal tribunale dei minorenni.

La ricostruzione degli imputati è stata fortemente contestata dai legali di parte civile che hanno sottolineato «le versioni discordanti rispetto alle dichiarazioni precedenti» e «le tante contraddizioni emerse in confronto a quanto abbiamo ascoltato dalla loro viva voce nelle intercettazioni che sono agli atti». La prossima udienza è prevista per il 27 settembre per la requisitoria del pm e gli interventi dell’avvocato Carla Garofalo che difende la vittima e delle parti civili che assistono le associazioni che si sono costituite. Il 4 e l’11 ottobre ci sarà la replica dei legali dei ragazzi, a seguire potrebbe arrivare il verdetto.

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