Si sta già aprendo una grande battaglia assicurativa dietro al naufragio del Bayesian, il veliero affondato all'alba del 19 agosto di fronte a Porticello con sette passeggeri. Intanto, l'armatore avrebbe già presentato alla guardia costiera un piano per recuperare lo yacht finito a 50 metri di profondità dopo la tempesta che l'avrebbe investito. Un row, un robot sottomarino, dovrebbe essere calato per tracciare una pianta in 3D del relitto che servirebbe agli ingegneri per organizzare il sistema migliore per tirarlo su mantenendolo intatto il più possibile. Come per la Costa Concordia una quarantina di sub potrebbero utilizzare alcuni tiranti per avvolgerlo, poi i galleggianti o alcune grandi gru lo dovrebbero lentamente riportare in superficie adagiandolo infine su una piattaforma galleggiante che sarà predisposta per l'occasione forse già la prossima settimana. L'ipotesi è di riuscire a eseguire l'intervento entro i prossimi tre mesi ma l'ultima parola spetterà alla Procura di Termini che dovrà vagliare anche altre proposte. La priorità resta però quella di svuotare il serbatoio del natante, che contiene circa 18 mila tra oli e litri di carburante, in modo da scongiurare sversamenti che potrebbero danneggiare l'ecosistema marino. Fino a questo momento i controlli, eseguiti dall'Arpa Sicilia e dalla guardia costiera tramite aerei dotati di raggi infrarossi e con prelievi costanti di campioni di acqua, hanno confermato che non c'è stato inquinamento. Secondo la stampa britannica lo yacht avrebbe un’assicurazione con un massimale di due miliardi di dollari, con una polizza Protection & Indemnity, stipulata con la società British Marine del gruppo australiano Qbe. L’imbarcazione valeva circa 15 milioni di euro anche se, in base alla valutazione di alcuni esperti, la cifra più credibile potrebbe essere vicina al doppio di quanto dichiarato proprio per l'alta tecnologia e per il lusso degli arredi con cui era stato costruito il panfilo. Il costo complessivo della controversia si aggirerebbe invece attorno al mezzo miliardo di euro ma gli strascichi di questa drammatica vicenda potrebbero essere molto lunghi sia per la difficoltà delle indagini che per la complessità delle operazioni di rimozione del relitto. A dilatare i tempi ci sarebbe anche la necessità di eseguire le perizie internazionali che dovrebbero fare luce sulle cause dell'affondamento. Se il procedimento penale si preannuncia tutt'altro che rapido, i risvolti civili potrebbero durare perfino molti anni in più anche perché lo scontro per gli eventuali risarcimenti vedrà impegnati importanti studi legali che si occupano di diritto della navigazioni in Italia, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. La responsabilità di riportare a galla la barca in fondo al mare spetta alla società armatrice, ovvero alla Revtom, con sede nell'Isola di Man, che fa capo ad Angela Bacares moglie del magnate Mike Lynch, che è anche la vedova del tycoon morto nella tragedia e madre di Hannah, un'altra delle vittime del disastro. L’armatore, e dunque l’assicurazione, dovrà farsi carico del recupero dello scafo adagiato su un fianco, oltre che a indennizzare i familiari di chi è morto nel naufragio e i sopravvissuti per lo choc subito. Se però il processo penale dovesse certificare che sussistono gravi negligenze nella condotta del comandante, allora l’assicurazione dell’armatore potrebbe rivalersi su di lui e sulla sua polizza professionale se ne possiede una come normalmente accade per questo tipo di attività. Ma non sarebbe finita qui: se – come sembra plausibile – chi è deceduto con il Bayesian aveva stipulato polizze sulla propria vita, le assicurazioni dovrebbero prima versare il dovuto ai beneficiari e poi chiederne la restituzione agli eventuali colpevoli accertati in sede penale. Uno scenario complesso e pieno di variabili che probabilmente potrebbe essere evitato con gli accordi extragiudiziali che le parti avrebbero la possibilità di sottoscrivere privatamente e senza darne pubblicità all'esterno.