Il naufragio del Bayesian, parla un amico del magnate Lynch: «Mike avrà perso tempo per salvare la figlia»
«Mike Lynch - racconta Corrado Broli, ex manager e amico del magnate inglese morto nel naufragio del Bayesian a Porticello, in un’intervista che andrà in onda stasera a Quarta Repubblica su Retequattro - aveva subito un processo lunghissimo, dal quale è uscito completamente assolto. L’ho sentito l’ultima volta per il suo compleanno, era il 16 giugno, era sollevato e felice di essere finalmente libero e soprattutto era felice di essersi ricongiunto con la famiglia perché lui era stato a San Francisco un anno e mezzo ai domiciliari. Era veramente felice e voleva ricominciare una nuova vita». Broli ha lavorato con Lynch per 25 anni. «Si era tolto un peso enorme, una spada di Damocle che si è portato sulla testa per quasi dieci anni - continua - e aveva una grande voglia di ricominciare. Questa gita in barca appunto aveva questo significato». Broli racconta di essere stato «diverse volte su questa barca, era una barca fantastica. Non ho mai conosciuto questo comandante, conoscevo bene quello precedente, invece. Le Perini sono famose per tutta una serie di automatismi, praticamente si pilotano direttamente da una centralina. In considerazione proprio di tutti gli automatismi, un portellone aperto non poteva sfuggire, gli oblò sono sigillati quindi è impossibile aprirli. Il percorso dalle cabine all’uscita è breve perché c’è una scaletta che porta al ponte ci sono degli scalini, 7- 8 scalini. Deve essere successo qualche cosa di anomalo al di là delle condizioni meteo». Poi Broli affronta un altro tema. «Dall’esterno - dice - fa scalpore che il giorno prima fosse morto Stephen Chamberlain che era coimputato con Mike Lynch. Poi sono morti lui, l’avvocato, un testimone insomma... È chiaro che le coincidenze ci sono e sono tante, però per me non si tratta assolutamente di un complotto». Brodi conclude: «La moglie non parla, non comunica con nessuno, soltanto un messaggio. Che Mike potesse fare uso di alcol o droga lo escludo, per come l’ho conosciuto, nella maniera più assoluta. Penso che la moglie fosse in cabina con Mike e che Mike abbia detto: “Tu vai, salvati e io vado a cercare Hannah”. Perché ovviamente sapeva che era in una cabina lì accanto». Nella foto Mike e Hannah Lynch