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Palermo, la gelateria Sharbat di Mondello restò aperta nonostante la denuncia dei vigili per abusivismo

La gelateria Sharbat a Mondello, all’ingresso della piazza della borgata marinara, è abusiva. Era emerso da un controllo effettuato da alcuni agenti della polizia municipale, che nell’agosto dell’anno scorso (tre anni dopo l’apertura) avevano fatto visita all’attività coinvolta nell’inchiesta per mafia sul marchio Brioscià, di cui Sharbat sarebbe in qualche modo una filiazione, una novazione. Tuttavia, nonostante la denuncia da parte della polizia municipale di Palermo, l’attività è continuata senza problemi. Sharbat era stata amministrata dalla Magi srl, che aveva aperto la catena Brioscià: poi Sharbat si era staccata, finendo in mano alla nuova Mm4480 srls. E questa è la società in cui ci sarebbe la presenza del vecchio boss di Partanna Mondello, Michele Micalizzi, socio occulto - secondo la Dda - dell’imprenditore Mario Mancuso, che aveva intestato la seconda società al cugino Giovanni Maggio perché «pulito», come disse durante una conversazione con uno dei suoi consulenti finanziari.

Un dettaglio, questo emerso in merito al locale, non da poco, considerata la posizione quanto mai favorevole dell’attività commerciale, al civico numero uno di viale Regina Elena, «a cinquanta metri dalla battigia e sottoposta a vincolo paesaggistico», avevano rilevato i vigili nel loro verbale di dodici mesi fa. Era stata tirata su in pochi mesi nonostante la Cila (comunicazione inizio lavori asseverata) fosse stata definita «inefficace», dunque l’attività non poteva svolgersi. Per di più, la proprietà del lotto di terra, destinato «a uso parcheggio» come emerge sempre dal controllo della polizia municipale, sarebbe di un privato residente a Parma, ma la firma sul contratto di locazione, regolarmente registrato, sarebbe di una seconda persona, tale Rosella Landoni.

Ma riavvolgiamo il nastro: nel 2019 il duo Micalizzi-Mancuso è impegnato su due fronti: il primo, come emerge dalle carte dell’inchiesta, è la ricerca di sponde per i permessi da ottenere per l’apertura della gelateria a Mondello. Il secondo, la ricerca di un furgoncino o un container da piazzare sul terreno preso in affitto. E proprio quest’ultimo era stato individuato presso una azienda di Menfi, la Todaro Rimorchi srl, che Micalizzi era riuscito a contattare tramite un uomo già noto alle forze dell’ordine, Rosario Marciani, che era riuscito a mettersi in contatto con la società dell’Agrigentino. Con una spesa di 19 mila euro, Micalizzi e Mancuso avevano quindi acquistato il «container dove dentro ci mette (Mancuso, ndr) frigoriferi, cose per fare... vendere il gelato», come spiegava il genero del boss Saro Riccobono, Micalizzi appunto, al suo contatto.

Lo stesso furgone fu poi effettivamente piazzato a Mondello e se ne ritrova traccia nel maggio del 2020 nella Cila, presentata per «la posa a carattere temporaneo»: e questo si legge nei documenti ottenuti dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo, a seguito di una richiesta di accesso agli atti dopo un articolo del Giornale di Sicilia sulle trame di Mancuso e Micalizzi per ottenere un «aiutino» al Suap. Andava cioè fatta autorizzare la collocazione «di un autocarro omologato per la vendita e produzione a carattere stagionale (estivo) di gelati». Ma nel giro di poco tempo, sempre andando contro il parere del Suap, l’automezzo era stato circondato da una piattaforma «di circa 40 metri quadrati - si legge nel verbale della polizia municipale - per circa 50 centimetri di altezza, con funzione di area di sosta per i clienti».

A febbraio 2021 le prime tracce della gelateria attiva, come si evince dallo stesso verbale della polizia municipale, «con annesso bagno, lavandino, fornitura di energia elettrica da contatore esterno, fornitura idrica Amap e stoccaggio tramite serbatoio esterno, scarico diretto dei reflui in pozzetto ed impianto di climatizzazione». Già nell’agosto 2023 i vigili, a seguito del controllo, avevano inviato la segnalazione di abuso edilizio agli uffici competenti, ma ad oggi Sharbat è ancora lì: «Ho presentato una interrogazione al sindaco Roberto Lagalla - spiega Randazzo - questo locale è lì da anni senza autorizzazione e mi chiedo se sono state già avviate delle verifiche in merito».

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