Termini Imerese: parla il volontario colpito con un pugno all'ospedale: «Cercava una signora, diceva "Vi ammazzo tutti"»
Dovrà rispondere di minacce e lesioni personali. Si tratta del termitano Tommaso La Bua, 51 anni, che lunedì scorso intorno alle 12 avrebbe colpito con un pugno in testa, dopo averlo minacciato, un volontario di 23 anni in servizio presso l’ospedale Salvatore Cimino di Termini Imerese. Un’aggressione senza un apparente valido motivo. Il giovane che ha subito l’aggressione, Davide Cancilla, laureando alla facoltà di lettere dell’Università, ha sporto denuncia. Un giovane brillante, colto, mite e impegnato nella promozione culturale della città. Lo studente, ancora scosso per l’accaduto, ha raccontato la brutta vicenda al Giornale di Sicilia. «Svolgo il servizio civile con la cooperativa Aress Fabiola presso l’ospedale nel reparto di ortopedia. Il mio impegno è quello di fare rispettare il turno e registrare i documenti dei pazienti - racconta Cancilla nell'articolo di Fabio Lo Bono pubblicato oggi, 15 agosto, dal Giornale di Sicilia -. Lunedì ero al primo piano a parlare con altri colleghi. Il signore che mi ha aggredito è arrivato e con fare minaccioso ha detto: uno, due, tre, quattro e cinque venite tutti assieme che litigare solo con uno non c’è piacere. Lui cercava una signora. Io mi sono diretto verso l’ufficio posto di fronte alla sala gessi al terzo piano. Da lì a poco il signore è arrivato e ancora con fare minaccioso mi ha detto che se entro dieci minuti non avessi trovato la signora, erano guai. Le indicazioni che avevo ricevuto non mi consentivano di operare. A quel punto mi ha aggredito fisicamente. Le minacce anche dopo l’arrivo di un infermiere erano forti. "Vi ammazzo tutti", ha detto. Da lì a poco mi ha dato un pugno in testa. È stato dolorosissimo». C'è tanta amarezza nelle parole del giovane. «Il mio sogno - dice - è quello di continuare a lavorare all’interno dell’università e magari insegnare la mia materia del cuore, ovvero, la letteratura italiana. Il servizio civile l’ho iniziato a fine giugno sempre in ospedale ed è un luogo a me caro. Mi sento utile e lo faccio con passione e dedizione. Un’attività che mi ha fatto crescere e capire che impegnarsi positivamente per la città e il prossimo è bello. La mia città è bellissima, ne sono innamorato anche per la storia e per le bellezze del territorio. Cambierei, invece, una parte di società che sembra avere preso una deriva negativa». La solidarietà è arrivata pure dal sindaco Maria Terranova.