Vanno a processo l’ex sindaco di Isola delle Femmine Stefano Bologna, l’allora consulente alle finanze Antonino Colletto e il comandante della polizia municipale Antonio Croce. Il Gup Cristina Lo Bue ha deciso nell’udienza preliminare di rinviare a giudizio tutti e tre gli imputati.
Nessuno di loro ha chiesto il rito abbreviato, quindi vanno in ordinario con prima udienza fissata per al prossimo 2 dicembre. L’inchiesta è nata su una serie di presunti illeciti consumati all’interno delle mura municipali: entrate di bilancio gonfiate per far quadrare i conti e approvare lo strumento finanziario, assenteismo, utilizzo improprio dell’auto di servizio e liquidazione di indennità superiori al consentito. Il Comune di Isola delle Femmine, difeso dall’avvocato Angela Ajello, è stato ammesso come parte civile, ritenuto quindi parte lesa in questa vicenda.
L’inchiesta riguarda l’anno 2017, portata avanti dai pm Giorgia Spiri e Andrea Zoppi. A finire nell’occhio del ciclone lo strumento finanziario che venne approvato quell’anno e che, secondo gli inquirenti, approvato con dei presunti atti falsi per effetto di entrate notevolmente gonfiate. Ad esempio fu indicato un incasso da 1,9 milioni di euro di Imu quando invece negli anni precedenti non si superava il milione di euro: «In bilancio fu iscritto un notevole incremento rispetto agli esercizi precedenti - secondo i pm - senza addurre alcuna valida e verificabile motivazione».
Oppure il recupero dell’evasione tributaria: fu indicato un importo di accertamenti oltre il milione di euro «a fronte dell’insussistenza dei relativi incassi». Altra entrata gonfiata quella relativi agli incassi dei profitti delle pubblicità: tra il 2017 e il 2019 furono previsti introiti per quasi 400 mila euro con un innalzamento enorme di incassi anche qui senza alcun valido motivo. Bologna e Colletto, entrambi di 63 anni e difesi dall’avvocato Nino Zanghì, sono finiti sotto indagine per avere sottoscritto e redatto gli atti contabili; mentre Croce, 64 anni, ha assunto in questa inchiesta il doppio ruolo di ragioniere e comandante della polizia municipale.
Infatti, questo procedimento penale va ad assorbirne un altro che era stato aperto esclusivamente per l’allora capo dei caschi bianchi. Per lui quindi. oltre alle accuse di aver falsificato il bilancio si aggiungono quelle di peculato per aver utilizzato l’auto di servizio per gli spostamenti personali, per aver incassato un’indennità superiore al limite massimo consentito e per assenteismo. Croce venne sospeso dal servizio sulla base di un provvedimento dell’allora segretario generale del Comune Cristofaro Ricupati, le cui basi trovano riscontro su quanto enunciato adesso dalla Procura. In particolare Croce fu coinvolto in un’indagine l’estate del 2022 salvo poi arrivare per lui la decisione da parte del Gip del tribunale di revoca della misura cautelare interdittiva di sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio. Il funzionario però non rientrò mai in servizio perché messo in ferie forzate e successivamente raggiunto dalla nuova sospensione cautelare. La decisione sulla base proprio della stessa ordinanza del Gip inerente all’accusa di peculato. Secondo l’ufficio procedimenti disciplinari (Upd) il giudice non ha mai revocato il sequestro preventivo nei confronti di Croce relativamente alla vicenda della presunta appropriazione indebita delle somme a titolo di incentivo per funzioni tecniche ammontanti complessivamente a quasi 16 mila euro in più rispetto alla soglia massima prevedibile per la gestione dei parcheggi a pagamento. Dunque, secondo l’Upd, ci sarebbe un “fumus” riguardo alla possibile consumazione del reato di peculato.
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