Il racconto alla mamma, la corsa in ospedale, la segnalazione dei medici: così è nato l'arresto del giovane di Palermo per gli abusi sulla cuginetta
Cugini con undici anni di differenza, lui che spesso si prendeva cura della bimba di otto anni, anche perché abitano nello stesso palazzo, nella zona di Ciaculli, a Palermo, a un piano di distanza. All’apparenza tutto normale, invece il diciannovenne avrebbe abusato sistematicamente di lei, approfittando di più momenti in cui si era ritrovato da solo ad accudirla, quando i genitori erano costretti ad assentarsi per lavoro o nelle occasioni in cui la cuginetta saliva a casa dei parenti per cenare. Il ragazzo è stato arrestato dagli uomini della squadra mobile e quindi trasferito al Pagliarelli, con la pesantissima accusa di violenza sessuale su minore. Tra le due famiglie e alcune persone del quartiere - prima che gli agenti andassero a prendere il giovane per portarlo in carcere - c’erano stati momenti di tensione per cui, inizialmente, era stato deciso di allontanarlo dalla sua abitazione e di farlo ospitare dalla sorella, che vive in un paese della provincia. Un provvedimento durato, però, lo spazio di un paio di giorni, visto che domenica sera, dopo il fermo emesso dalla Procura per ragioni di urgenza, è arrivata la convalida del suo arresto. La piccola, mercoledì scorso, avrebbe raccontato tutta la storia alla mamma, svelando quello che sarebbe stata costretta a subire: «Mi ha toccata», avrebbe detto prima di scoppiare in lacrime. Da qui la corsa all’ospedale Di Cristina per gli accertamenti, necessari per verificare se fossero presenti le lesioni dovuti a rapporti assolutamente inappropriati per quella età. E in effetti sarebbe stata proprio la segnalazione dei medici a fare scattare l’inchiesta-lampo, culminata con l’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip, a carico del cugino. La mamma avrebbe ricostruito nel dettaglio con gli investigatori ciò che sarebbe accaduto sei giorni fa: la bambina, come faceva spesso, sarebbe andata nell’appartamento al piano di sopra per mangiare ma, dopo pochi minuti, sarebbe tornata indietro piangendo a dirotto. La donna avrebbe riferito che la figlia era bagnata, come se qualcuno le avesse fatto la doccia, cercando di pulire i vestiti che indossava, e che aveva alcune macchie di sangue. Quindi la piccola - che ora, sotto choc, si sarebbe chiusa nel silenzio - avrebbe confessato gli abusi. Immediatamente, la mamma l’avrebbe accompagnata al pronto soccorso. Ai sanitari avrebbe spiegato i suoi sospetti che, dopo gli esami di rito, si sarebbero trasformati in un’agghiacciante realtà. La storia, sottoposta al vaglio dello psicologo e ascoltata durante un’audizione protetta davanti a uno dei magistrati che fanno parte del pool che si occupa di codici rossi (coordinato dal procuratore aggiunto Laura Vaccaro), sarebbe stata ritenuta credibile e non influenzata da suggestioni esterne.