I supermercati fondati dall’imprenditore di Palermo Carmelo Lucchese (nella foto) non hanno ricevuto apporto di capitali mafiosi e non sono stati «contagiati» da Cosa nostra: pertanto non sussistono i presupposti per la confisca. In appello viene ribaltato l’esito della procedura patrimoniale sfociata nel maggio del 2022 nel sequestro di un impero stimato in 150 milioni tra dodici discount a marchio Conad e Todis tra la città e la provincia, immobili, auto e camion, conti correnti facenti capo alla società Gamac di Lucchese - assistito dagli avvocati Giovanni Di Benedetto, Rosanna Vella, Pierpaolo Dell’Anno e Giuseppe Murone - e del suo braccio destro Cosimo Di Petrillo. In secondo grado la sezione misure di prevenzione della Corte d’appello, presieduta da Aldo De Negri, ha disposto la restituzione dei beni precisando che «non può ritenersi che la società Gamac abbia assunto i tratti caratteristici dell’impresa mafiosa in senso tecnico, con la conseguente compromissione del suo intero patrimonio». Un servizio completo di Virgilio Fagone sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi