Palermo, prima gli incendi e ora il sabotaggio: la discarica di Bellolampo rimane nel mirino
Nel tormentato ciclo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in una città da sempre alle prese con l’emergenza spazzatura adesso c’è spazio anche per un sabotaggio nella discarica di Bellolampo. Un impianto nel quale anche di recente non sono mancati strani incendi e guasti e dove domani, lunedì 22 luglio, andrà in visita la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti. In base a quanto accertato durante un sopralluogo, sarebbero stati allentati perni, manomessi componenti elettrici e dati colpi di martello o di pala al tritovagliatore, il macchinario che tratta la spazzatura prima che venga trasferita nelle vasche di accumulo. L’episodio è stato segnalato al presidente della Rap e si attende che le ditte che si occupano dell’impianto presentino una denuncia. Ci sarebbero descrizioni dettagliate sull’incursione, ma resta da capire perché sia stata messa a segno. Di certo, il danneggiamento ostacolerà le procedure di trattamento dei rifiuti. In discarica si sta facendo in moto di far ripartire la macchina e renderla pienamente efficiente ma quanto accaduto viene giudicato come un episodio grave. Come dice lo stesso Todaro, che già in passato aveva sottolineato come sul ciclo dei rifiuti si muovano enormi interessi economici: «Sono episodi gravi perché mettono a rischio il lavoro che stiamo facendo a Bellolampo e in tutta l’azienda. Purtroppo in quella zona non abbiamo ancora installato le telecamere. È una zona di passaggio e forse chi ha agito sapeva benissimo tutto». L’azione di sabotaggio ha provocato reazioni indignate. Per il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Ottavio Zacco, «occorre una commissione d’inchiesta perché troppi sono gli interessi di alcuni a non far funzionare la Rap e purtroppo i delinquenti sono ovunque. Occorre fare chiarezza subito e punire chi costantemente cerca di rallentare la raccolta e di non far funzionare le cose dalle parti di piazzetta Cairoli. C’è una parte marcia», conclude Zacco, che ha «obiettivi diversi» da quelli dell’assessore Alongi e della governance della Rap. Per Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo, «la manomissione degli impianti è un fatto grave. La sospetta coincidenza con la prossima visita della commissione di inchiesta getta pesanti ombre su quanto accade nell’impianto. Rap attraversa una fase delicata, tra esigenze di rilancio e risanamento dei conti e fatti del genere rischiano di compromettere quanto di buono si sta facendo». L’episodio viene messo in relazione con un incendio scoppiato il mese scorso in discarica, per il quale era stata avanzata l’ipotesi di un rogo accidentale. Una versione che non convince del tutto, tenuto conto anche dell’incendio che l’estate scorsa tenne in ansia la città, visto che le fiamme bruciarono a lungo la discarica, rallentando la raccolta dei rifiuti e producendo diossina. Al punto che per un mese circa, in alcuni quartieri, in base alle analisi dell’Arpa, il sindaco Roberto Lagalla dovette vietare la vendita e il consumo di ortaggi e frutta prodotti in quelle zone. Anche dopo l’incendio del mese scorso - come già avvenuto un anno fa - era stata presentata una denuncia e aperta un’inchiesta da parte della magistratura. Anche ora il caso era stato affrontato nel corso di una riunione in prefettura. Il raid arriva alla vigilia della visita di una delegazione della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari, presieduta dal deputato Jacopo Morrone. Domani mattina è previsto il sopralluogo a Bellolampo, mentre nel pomeriggio, a Villa Whitaker, ci saranno le audizioni del prefetto Massimo Mariani, del procuratore Maurizio De Lucia e di quello di Barcellona Pozzo di Gotto, Giuseppe Verzera, del presidente e del segretario generale di Anci Sicilia, Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, del presidente di Legambiente Sicilia Tommaso Castronovo. L’indomani, i parlamentari visiteranno la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea (in provincia di Messina) interessata da un incendio divampato nel pomeriggio del 25 giugno scorso. Il segno di quanto delicato sia il fronte del ciclo dei rifiuti, un settore dell’economia dai grandi numeri non immune da interessi criminali e mafiosi.