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Palermo, nella notte del Festino rubati attrezzi nel cantiere del poliambulatorio del centro Padre Nostro di Brancaccio

L'amaro sfogo del presidente Artale: «Mentre 350 mila persone festeggiavano l'anniversario del ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia, qualcuno faceva irruzione nel luogo della futura struttura sanitaria. Non ci lasceremo fermare né intimidire»

Raid dei ladri nel cantiere del poliambulatorio del centro di accoglienza Padre Nostro, nel quartiere Brancaccio di Palermo. «La notte del 14 luglio - racconta il presidente del cento, Maurizio Artale -, mentre 350.000 persone tra palermitani, turisti e isolani festeggiavano il 400° anniversario del ritrovamento delle spoglie mortali di Santa Rosalia, patrona di Palermo, qualcuno si introduceva nel cantiere del nascente poliambulatorio di prossimità di Brancaccio, rubando due prolunghe elettriche di 40 metri, un secchio contenente attrezzature edili e due matasse di filo elettrico da 100 metri ciascuna. Dinanzi a questi atti mortificanti, mi verrebbe spontaneo pregare Santa Rosalia affinché lasci dilagare la peste a Palermo, lasciando che la natura faccia il proprio corso. Se poi i sopravvissuti saranno in grado di ricostruire una Palermo più giusta e vivibile, bene. Altrimenti, meglio che non rimanga più nulla».

Maurizio Artale da sempre è impegnato nel portare avanti l'opera di Don Pino Puglisi, che quel centro aveva creato prima di essere assassinato dalla mafia. «Fortunatamente chi verrebbe a ripopolare la nostra città, troverebbe delle tracce lasciate da uomini e donne come Santa Rosalia, il Beato Giuseppe Puglisi e tanti altri santi martiri, e nulla troverebbe di uomini che hanno perso la dignità - aggiunge Artale -. Come sempre, non ci lasceremo fermare né intimidire da questi atti indegni. Noi continueremo a portare avanti l’opera del Beato Giuseppe Puglisi con le persone e le istituzioni civili, militari e religiose che lo vorranno. Non serve a niente e a nessuno chiedere ai santi i miracoli per cambiarci, se non siamo noi i primi a cambiare e se non siamo disposti a fare la nostra parte, proprio come ci ha insegnato il Beato Giuseppe Puglisi».

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