Si dovrà rifare il processo di revisione a carico della Black Axe, cioè della mafia nigeriana che avrebbe avuto il suo quartier generale a Ballarò, che si era concluso con dodici condanne e due assoluzioni. Lo ha deciso la Corte di Cassazione accogliendo il ricorso degli avvocati Cinzia Pecoraro, Ivana Rigoli e Antonio Bertei. Nel 2016 erano stati arrestati in 19 ed erano state chieste pene pesantissime fino a 30 anni di carcere: secondo tre presunti pentiti i nigeriani avrebbero fatto parte di un clan dedito alle estorsioni, ai reati a sfondo sessuale, ai sequestri di persona e alla gestione del giro della prostituzione. In 14 avevano scelto il rito abbreviato ma erano stati condannati a un totale di 87 anni di carcere e, una volta scarcerati, era stata applicata la sorveglianza speciale. Gli altri, quelli che erano stati definiti come i presunti capi, giudicati con il rito ordinario, erano stati assolti tornando liberi: i magistrati avevano escluso che gli imputati fossero esponenti della mafia nigeriana e che ci fosse un’associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso.