La terza sezione penale della Corte d’Appello, presieduta dal giudice Sergio Gulotta, ha condannato Daouda Kader Doumbia, venticinquenne ivoriano, a 10 anni di carcere. L’imputato ad aprile dello scorso anno aveva ferito un poliziotto e un passante che era intervenuto per soccorrerlo. Il processo di primo grado, in abbreviato, si era concluso con una condanna a 6 anni e 8 mesi per l’africano, al quale erano state riconosciute le attenuanti generiche. La sentenza di primo grado era stata impugnata sia dal sostituto procuratore Giacomo Brandini che dal legale delle parti offese, l’avvocato Paolo Bisulca. Adesso arriva la sentenza d'appello che esclude le circostanze attenuanti e porta a dieci anni la pena.
Era il 29 aprile 2023 quando l’agente, Davide Bello, residente alla Kalsa, venne aggredito. Quel giorno era libero dal servizio ed era appena sceso da casa in compagnia dei genitori. Mentre si dirigeva verso l’auto, come ricostruito dagli inquirenti, il poliziotto fu sorpreso alle spalle da Doumbia che tirò fuori dalla tasca un coltello e colpì l’agente. In poco tempo l’ivoriano venne rintracciato al Foro Italico, disarmato e arrestato. Secondo le indagini Doumbia si sarebbe vendicato dell’agente, che poche settimane prima lo avrebbe arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità.
Dopo la sentenza di primo grado, il poliziotto aveva manifestato pubblicamente la sua delusione. «Non c’è tutela, noi delle forze dell’ordine siamo giornalmente in strada esposti a continui rischi», aveva detto, parlando di «pena troppo morbida. Io - aveva aggiunto - sono vivo per miracolo e non mi sento per nulla tutelato».
Nella foto il coltello usato da Doumbia
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