Palermo, l'inchiesta sui corsi di formazione di Riccardo Savona: i giudici azzerano tutto per la seconda volta
Per la seconda volta l’autorità giudiziaria - prima era stato il gip, ora la IV sezione del tribunale di Palermo - ha dichiarato la nullità dell’avviso di conclusione dell’indagine e della richiesta di rinvio a giudizio per una presunta truffa sui corsi di formazione professionale che avrebbe portato nelle tasche degli indagati 900 mila euro. L'inchiesta della procura di Palermo era stata avviata nei confronti dell’ex deputato regionale di Forza Italia Riccardo Savona (nella foto), della moglie Maria Cristina Bertazzo, della figlia Simona e dei coindagati Sergio Piscitello, Michele Cimino e Nicola Ingrassia. Nel frattempo, Savona è deceduto. Alla base della decisione, che fa ripartire da zero il processo, è ancora una volta l’omesso deposito, da parte della procura, di una serie di atti di indagine potenzialmente favorevoli alla difesa degli indagati. Nell’ordinanza il tribunale, che ricorda le parole del gup che aveva motivato l’analoga decisione «stigmatizzando la selezione del materiale investigativo operata dalla polizia giudiziaria», scrive che il mancato deposito degli atti richiesti dai legali ha «impedito una completa discovery e ha leso il diritto alla difesa».