Giovanni Barreca ha pianto perché vorrebbe rivedere la figlia, chiede di lei insistentemente, vuole sapere come sta la diciassettenne, l’unica sopravvissuta accusata assieme al padre di avere preso parte alla strage di Altavilla Milicia. Ha ricostruito nuovamente come si sono svolti i fatti di quei giorni in preda ai soliti vaneggiamenti da fanatico religioso in cui è precipitato: il suo è stato un monologo lucido ieri (venerdì 7 giugno) - in una saletta del carcere di Barcellona Pozzo di Gotto dove è stato trasferito recentemente - davanti al suo avvocato Giancarlo Barracato e allo psichiatra Alberto Caputo che, con la criminologa Roberta Bruzzone, stanno definendo la perizia di parte. L’uomo, dopo l’arresto, è stato portato al Pagliarelli ma, dopo un’aggressione, era stato spostato ad Enna: anche qui aveva ricevuto lo stesso trattamento, per questo ora è in una cella della casa circondariale messinese in cui vengono reclusi i detenuti con problemi psichiatrici. L'articolo completo di Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia in edicola