Questo pomeriggio (3 giugno) un gruppo di studenti, prevalentemente iscritti in corsi di studio dei Dipartimenti di Ingegneria, di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche e di indirizzo Scientifico ha occupato l’edicola posta al piano terra di fronte all’edificio 8 di viale delle Scienze, da sempre punto di riferimento per gli iscritti a Unipa, grazie all’impegno nel tenerlo aperto e attivo da parte di alcune associazioni universitarie. Negli ultimi tempi, l’edicola è rimasta temporaneamente chiusa nell’attesa che venisse riassegnata agli studenti, che hanno avanzato diverse richieste e partecipato a diversi incontri promossi da prorettori e docenti. «Da 5 mesi è in corso una trattativa con i vertici dell’università per ottenere la riassegnazione, che si è conclusa con rimandi, negazioni e scuse, per non ammettere che lo spazio era stato promesso a un docente di ingegneria, per fare da tramite all’approdo di una Start Up esterna a Unipa - spiega Anthony Graziano, studente di Ingegneria - Ci sembra gravissimo perché lo spazio ha rischiato di perdere le sue finalità di luogo autogestito e aperto alla comunità studentesca, per interessi di singole aziende. Gli spazi universitari sono degli studenti e a loro devono restare.D a qui la scelta dell’occupazione». Il nome scelto per il nuovo spazio è «Faidda», che in siciliano significa scintilla, in linea con la scelta di trasformarlo in un punto di riferimento su tematiche come emigrazione giovanile e diritto all’istruzione in Sicilia, con l’obiettivo di riaccendere la comunità studentesca su questi temi. «Crediamo - continua Graziano - che quando le istituzioni universitarie non riescono a soddisfare le esigenze degli studenti, sia diritto degli stessi scendere in campo e sviluppare pratiche di autorecupero degli spazi. Ed è quello che intendiamo fare da oggi. L’edicola sarà un punto di riferimento per tutti, sarà un laboratorio di saperi, di pratiche, di iniziative soprattutto volte a sensibilizzare i giovani sul drammatico fenomeno dell’emigrazione forzata. Secondo i dati Istat, l’emorragia che dissangua la nostra isola, a causa del perpetrarsi delle condizioni di svantaggio in cui versa, non si è affatto arrestata negli ultimi anni, tutt’altro: dal 2013 al 2023 i siciliani costretti all’esodo sono stati più di 200.000, principalmente giovani. Un dramma per le famiglie e per i giovani stessi, su cui bisogna assolutamente intervenire».