L'incidente di Palermo: per il comandante dei vigili «è difficile che quella buca 10 minuti prima fosse già lì»
Una tragica fatalità. E quello che poteva essere un piccolo dissesto si trasforma in buca killer. Palermo torna a versare le sue lacrime sull’asfalto, o almeno in quel che ne resta, e piange per l’ennesima vittima della strada. Samuele Fuschi, 38 anni, residente a Falsomiele, ha perso la vita in viale Regione Siciliana nel primo pomeriggio di ieri. È stato letteralmente sbalzato dalla sella della sua Honda Sh 300, finendo con estrema violenza sull’asfalto. Per il motociclista non c’è stato nulla da fare, complice forse anche il fatto che l’uomo non indossava il casco. «In base alla posizione del casco da noi ritrovato sul luogo dell’incidente è probabile che la vittima non lo indossasse. Desumiamo che non si possa neanche essere accidentalmente slacciato», dice il comandante della polizia municipale, Angelo Colucciello, che appare scosso per questa ennesima vittima. Anche in relazione alla prima dinamica che farebbe emergere, ancora una volta, una possibile compartecipazione in questa tragedia delle critiche condizioni delle strade cittadine. Al lavoro la squadra dell’Infortunistica dei caschi bianchi che ieri ha effettuato i rilievi per provare a ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente. Si arrivano a formulare anche delle ipotesi che chiaramente dovranno trovare riscontro nei successivi accertamenti. Fuschi sarebbe caduto dalla moto per quel cedimento dell’asfalto: resta da capire se è stato contestuale all’impatto o se si sia verificato poco prima. I vigili urbani hanno verbalizzato che in zona vi fosse un avvallamento segnalato con un birillo. «La voragine si è aperta dopo l’arrivo della polizia municipale», sarebbe scritto nel verbale, secondo quanto riferisce l’Ansa. Ma anche sotto questo aspetto, il comandante traccia delle prime ipotesi: «È possibile che il centauro - dice - abbia perso il controllo del veicolo perché riscontriamo sul tragitto una buca che probabilmente è stata provocata da un cedimento strutturale dell’asfalto. Ma ci sono da usare tutti i condizionali del caso. Guardando la buca, tutti i suoi contorni, seppur frastagliati, sono netti. Cioè il bordo è come se fosse stato seghettato. Questa buca sembra che sia stata scavata. Adesso c’è un morto che merita rispetto e dobbiamo capire cosa sia accaduto, ma io penso che quella buca 10 minuti prima dell’incidente non ci fosse». Sulla base degli accertamenti fatti è venuto fuori che Fuschi guidasse la moto senza copertura assicurativa e senza che il mezzo fosse in regola con la revisione. Inoltre, si ipotizza che lo scooter fosse anche sottoposto a sequestro amministrativo. Insomma, non poteva circolare. Subito dopo l’incidente sono intervenuti i sanitari del 118, che hanno constatato il decesso del motociclista: non c’è stato neanche il tempo di tentare una rianimazione o il trasporto in ospedale, perché il cuore del trentottenne aveva smesso di battere nell’impatto. Parte della carreggiata dove è avvenuto l’incidente, nella carreggiata centrale della circonvallazione, in direzione Catania, dopo lo svincolo di Bonagia, è rimasta chiusa per qualche ora. Si sono formate lunghe code in viale Regione Siciliana. Il sindaco Roberto Lagalla, che ha esternato il proprio cordoglio alla famiglia della vittima, chiarisce che nessuna segnalazione per il pronto intervento su una buca in quel tratto era pervenuta agli uffici: «Risulta impossibile che una voragine del genere non fosse stata segnalata come del resto già avvenuto per altre in zona già riparate». «Il sindaco già giorni fa - aggiunge Colucciello - aveva richiamato alla massima attenzione la sua amministrazione sulla situazione delle viabilità. Sono continue le segnalazioni sul degrado delle strade, ma la maggior parte delle criticità non sono dovute alla mancanza di manutenzione, ma a tutte quelle aziende che fanno scavi senza poi sistemare l’asfalto a regola d’arte».