Momenti di tensione alla protesta dei lavoratori del Coime, a Palermo. I dipendenti edili del Comune hanno tenuto un’assemblea pubblica sotto la sede dell’assessorato di via Garibaldi. Una delegazione di manifestanti è stata accolta negli uffici. Le risposte attese non sono arrivate e un operaio ha minacciato di buttarsi dal balcone. È stato bloccato dai dipendenti dell’ufficio. I
lavoratori del Coime cercavano risposte sulla vertenza in merito alla retribuzione dei lavoratori, rimasta bloccata da alcuni anni in seguito alla spending review della pubblica amministrazione e sulla quale pende un ricorso alla Corte di Cassazione.
Il secondo invece interessa il tema delle pensioni. I dipendenti del Coime lamentano infatti un pregiudizio sul proprio piano contributivo causato, a loro giudizio, da un’interpretazione sbagliata della norma. Fatto per il quale i lavoratori edili comunali avevano protestato già in diverse occasioni in precedenza. Come è avvenuto ad esempio il 7 febbraio scorso, quando una folta delegazione delle maestranze del Comune si è ritrovata sotto gli uffici dell’Inps in via Laurana. L’incontro di oggi non ha risolto le questioni sul tavolo.
«Già nel mese di aprile avevano scritto all’ufficio e alla dirigente, dottoressa Antonella Ferrara, di risponderci formalmente sul perché da adesso, dal primo maggio, non fosse possibile riconoscere ai lavoratori l’adeguamento salariale, considerato che sulle questioni ancora aperte, degli anni passati, si attende il giudizio della Corte di Cassazione – dichiarano Piero Ceraulo, per la Fillea Cgil Palermo, Filippo Ancona per Filca Cisl Palermo Trapani e Salvatore Puleo per Feneal Uil Palermo - Abbiamo appositamente chiesto di non fare riferimento alle questioni relative al passato, utilizzate invece dall’amministrazione come scudo per non applicare, a partire da ora, quelle che sono sostanzialmente le retribuzioni vigenti per i lavoratori edili del Comune di Palermo così come per tutti i lavoratori edili d’Italia».
«Per la seconda volta - aggiungono i segretari di Fillea, Filca, Feneal - abbiamo chiesto che ci mettessero per iscritto i motivi della loro opposizione ad agire in questa direzione. Abbiamo ricevuto solo informazioni approssimative, ridondanti, il risultato di questo incontro è stato inconcludente, perché la dirigente preposta, nonostante le richieste dei sindacati, non ha voluto esprimersi in maniera formale. Da qui è sfociato il malcontento da parte della delegazione presente e dei lavoratori. E, in un istante, abbiamo visto uno dei nostri delegati correre verso il balcone tentando il gesto estremo. Per fortuna grazie all’intervento della Digos e delle stesse organizzazioni sindacali si è evitata una tragedia. Questo sta a significare che in questo momento nella città di Palermo c’è un livello di tensione sociale alto, sotto tutti i punti di vista, che rischia di sfociare in eventi tragici e drammatici. Lanciamo un appello al sindaco, alle istituzioni e alle forze politiche tutte affinché si intervenga su questa vicenda per mettere un punto».
Il 29 maggio è stata indetta una manifestazione davanti a Palazzo Comitini con i lavoratori edili del Comune di Palermo. «Chiederemo al sindaco di questa città – concludono i sindacati - di intervenire definitivamente su questa questione. A supporto chiederemo a tutti gli edili di sostenere la vertenza».
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