A distanza di quattro anni, Terrasini ricorda le vittime del naufragio della Nuova Iside, il peschereccio affondato nella notte tra il 12 e il 13 maggio al largo delle coste nord-occidentali della Sicilia. A perdere la vita furono i tre membri dell’equipaggio che uscirono in mare per una battuta di pesca che si trasformò in tragedia. Mentre si svolge ancora il processo per stabilire le responsabilità di quello che sarebbe stato un incidente con una petroliera, i concittadini non dimenticano Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono, e una messa sarà celebrata in loro memoria nella chiesa della Provvidenza. «Vogliamo ricordare i nostri marinai scomparsi in mare il 13 maggio 2020 - dice il sindaco Giosuè Maniaci - e vogliamo far sentire ancora una volta la vicinanza di tutta la comunità terrasinese alle famiglie». Una data che a nella cittadina a pochi chilometri da Palermo è impossibile dimenticare: dal momento in cui cominciarono le ricerche del peschereccio, tutto il paese sperò fino all'ultimo in un epilogo positivo, ma quando si spensero le speranze, la comunità fu profondamente scossa. Il relitto della Nuova Iside fu individuato a fine maggio a 1400 metri di profondità, nel amre di San Vito Lo Capo, a distanza di diversi giorni dal ritrovamento dei primi due corpi senza vita. Quello di Vito fu rinvenuto poi a giugno in una spiaggia in provincia di Reggio di Calabria: l'esame del Dna confermò soltanto nel dicembre del 2020 l'identità del cadavere. In base alle indagini, il peschereccio avrebbe incrociato sulla stessa rotta una petroliera, la Vulcanello, che lo avrebbe travolto senza prestare soccorso. Sarebbe quindi avvenuta una collisione. L’armatore Raffaele Brullo fu accusato di avere tentato di occultare le prove della collisione, ma è stato scagionato da ogni accusa nel 2022. Anche il Gip di Roma, dopo la decisione del Tribunale del Riesame e della Cassazione, accogliendo la richiesta della Procura, ha di fatto smontato il castello accusatorio che lo riguardava. Il processo per il comandante e alcuni componenti dell’equipaggio è invece tuttora in corso. Sono imputati il comandante della petroliera Gioacchino Costagliola, Giuseppe Caratozzolo, terzo sottufficiale di coperta, e il timoniere della petroliera, il romeno Mihai Jorascu. Quest’ultimo è deceduto mentre era detenuto agli arresti domiciliari in Romania. La società recentemente ha disposto un risarcimento alle famiglie delle vittime.