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Strage di Casteldaccia, il cugino ricorda Ignazio Giordano: «Un galantuomo che non dimenticheremo»

Le parole di Giovanni Tamburello, intervistato per Tgs da Alessandra Costanza

«Ignazio era un galantuomo, una persona eccezionale sotto tutti i punti di vista. Mai un litigio, amore totale verso i figli, un uomo indimenticabile». A parlare, con le lacrime agli occhi, ai funerali di Ignazio Giordano, è il cugino, Giovanni Tamburello, intervistato per Tgs da Alessandra Costanza.

«Era tutto casa e famiglia - ricorda il parente di uno degli operai morti a Casteldaccia -. Il suo unico svago era il calcio, era tifoso della Juventus, ci prendevamo spesso in giro, visto che io sono interista, ci mandavamo messaggi quando c’erano le partite. Non c’era uno che non gli volesse bene, una persona stimata da tutti che ricorderemo sempre».

Tamburello poi ricorda i terribili momenti, poco dopo la tragedia: «Ho avvisato io il fratello maggiore di Ignazio, lui era a Pisa, gli ho detto che era successa una disgrazia e di prendere subito l’aereo, ma lui si immaginava fosse accaduto qualcosa al padre, sono andato a prenderlo all’aeroporto, ho cercato di tranquillizzarlo ma il dolore era troppo forte».

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