Morti intossicati nella rete fognaria, chi sono le vittime della strage sul lavoro a Casteldaccia
«Stamattina Giuseppe è venuto a Carini per portarmi la mia macchina aziendale che si trovava in officina, e parlando mi diceva che stava andando a Casteldaccia, che c'era la ditta. Abbiamo scherzato un po'...io ancora non riesco a credere che non c'è più. Riposa in pace caro Giuseppe». Silvio è un amico di una delle vittime della strage sul lavoro di Casteldaccia, il ventottenne Giuseppe La Barbera, di Palermo. Era un lavoratore interinale dell'Amap. Poche ore prima della tragedia si erano incontrati, il giovane operaio era come sempre sorridente, pronto a una nuova giornata di lavoro. Le parole piene di dolore vengono condivise sui social e accompagnano le foto di un ragazzo che amava stare in compagnia, legato alla famiglia. Era originario del quartiere Albergheria dove sorge il popolare mercato di Ballarò. Giuseppe si era sposato nel maggio 2019 e fra qualche giorno avrebbe festeggiato i 5 anni di matrimonio. Lascia la giovane moglie e due bimbi piccoli. Nel quartiere lo conoscono e lo ricordano in molti perché la sua famiglia vende bombole di gas e gran parte delle abitazioni del quartiere non ha il metano e utilizza il gas nei contenitori metallici che viene portato a domicilio. Fino a qualche anno fa era proprio Giuseppe a portare le bombole a chi ne faceva richiesta. Il giovane per anni si era barcamenato come poteva con i più disparati lavori - aveva venduto pure bibite - per aiutare la famiglia. Poi aveva trovato lavoro in una ditta ed era interinale dell’Amap.La sua vita si è spezzata all'interno dell'impianto della rete fognaria sulla statale 113 in cui altre quattro persone sono rimaste uccise: Epifanio Alsazia di 71 anni, Ignazio Giordano 59 di Partinico; Giuseppe Miraglia, 47. di San Cipirello e Roberto Raneri, 50, di Alcamo. Chi conosceva Giuseppe La Barbera è incredulo e sotto choc. «Amico mio non ci posso ancora credere - è un altro messaggio sulla bacheca di Facebook - mi hai spezzato il cuore perché il volere bene e l’amicizia e soprattutto la fratellanza che noi avevamo fin da bambini...tutte le nostre chiacchierate che ci facevamo quando eravamo assieme...ancora non ci credo a tutto questo. Mi sembra un sogno, ma io ti prometto che non ti dimenticherò mai perché per me non eri un solo amico ma un fratello. Fai un buon viaggio amico mio, sarai sempre nel mio cuore, riposa in pace». Ci sono anche le parole di un collega: «Peppino non ci sono parole, solo tanta rabbia e tristezza. Ricordo la felicità sui nostri volti il giorno che andammo a firmare il contratto di lavoro e adesso cosa ne rimane? La vita è ingiusta! Fai buon viaggio caro collega, non ti dimenticherò mai». Alsazia, socio e contitolare della Quadrifoglio group, la società che stava gestendo i lavori per conto dell’Amap, ha un figlio carabiniere che presta servizio presso la compagnia di Partinico. L’imprenditore, originario di Partinico, da circa quarant’anni abitava nella vicina Alcamo. Una famiglia molto conosciuta e benvoluta in paese quella degli Alsazia. Una nipote adolescente gioca nella squadra locale femminile di Basket.