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L'indagine per corruzione: revocati i domiciliari all'ex sindaco di Partinico Lo Biundo, imposto l'obbligo di dimora

L'inchiesta ruota attorno alla cooperativa Nido d'argento e ai presunti favori di politici e pubblici ufficiali per l’assegnazione di appalti in diversi comuni siciliani

Il tribunale del riesame di Palermo ha revocato gli arresti domiciliari all’ex sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo, finito al centro dell'inchiesta su un giro di tangenti incassate per agevolare l’assegnazione di appalti alla cooperativa Nido d’argento. A Lo Biundo (nella foto), difeso dall’avvocato Nino Zanghì, è stato imposto l’obbligo di dimora a Partinico.

Tra 45 giorni saranno depositate le motivazioni della decisione . Nell’ambito dell’indagine dei carabinieri della compagnia di Partinico, sono state emesse dal gip 12 misure cautelari. Gli accertamenti ruotano attorno alla cooperativa e ai presunti favori di politici e pubblici ufficiali per l’assegnazione di appalti in diversi Comuni della Sicilia occidentale ed anche nella zona di Gela.

Il gip nei giorni scorsi aveva concesso gli arresti domiciliari a Gaetano Di Giovanni, comandante della polizia municipale nonché capo di gabinetto del sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, finito in carcere nella stessa operazione con l’accusa di corruzione. Di Giovanni, 59 anni, all’epoca dei fatti, ovvero nell’estate del 2021, dirigente del distretto socio-sanitario di Agrigento, è accusato di avere favorito l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti alla società Medea e l’affidamento dei servizi socio-assistenziali nei Comuni di Santa Elisabetta e di Agrigento, alla coop Nido d’Argento, ricevendo dai rappresentanti della società stessa una mazzetta di 7.500 euro.

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