Arrestato Toni Carollo, il figlio del boss di Resuttana Gaetano ucciso nel 1987 nel Milanese
C’è anche Antonino Carollo, figura di spicco nell’indagine milanese Duomo Connection, tra i quattro destinatari di un provvedimento cautelare disposto nell’ambito dell’inchiesta della Procura milanese per bancarotta, reati fiscali e riciclaggio e che, oltre agli arresti, ha portato la guardia di finanza a sequestrare beni per 4 milioni di euro. Per Carollo, di origini palermitane, in passato affiliato a Cosa Nostra, e per un avvocato di Abbiategrasso, il gip Mattia Fiorentini ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere mentre per altri due persone ai domiciliari. L’ordinanza nei confronti del figlio del boss assassinato nel 1987 è stata eseguita a Pisa, la guardia di finanza ha smentito la voce che Carollo fosse all'estero. Le indagini, condotte dai finanzieri della compagnia di Magenta su delega dei pm Bruna Albertini e Simona Ferraiuolo, hanno consentito di scoprire un articolato sistema fraudolento pianificato e diretto dal legale, Giovanni Bosco (cognato di Paolo Errante Parrino) con l’ausilio di professionisti e collaboratori come appunto Carollo, e con il coinvolgimento di una serie di persone come prestanome di imprese - alcune operanti nel settore edile-immobiliare. Lo scopo del meccanismo ideato, è l’ipotesi, sarebbe stato quello di evadere il fisco, aggirare i creditori e consentire il riciclaggio di denaro di derivazione illecita. Gli indagati sono 22 e rispondono a vario titolo di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di crediti d’imposta per oltre 2,5 milioni di euro, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Nell’ambito dell’indagine sono state eseguite anche 20 perquisizioni tra le Province di Milano, Pavia, Pisa, Varese, Treviso, Livorno e Catanzaro attraverso l’impiego di oltre 70 militari e di unità cinofile «cash dog». Carollo, figura chiave nell’inchiesta Duomo Connection, coordinata da Ilda Boccassini e Giovanni Falcone e condotta fra il 1989 e il 1990 dai carabinieri guidati da Sergio De Caprio, ossia il «Capitano Ultimo», era stato condannato a 24 anni di carcere. La vicenda aveva accertato infiltrazioni mafiose a Milano. Il geometra Antonino Carollo, detto Toni, venne ritenuto il capo di un folto gruppo di pregiudicati siciliani arrestati nell'ambito dell'inchiesta. Allora incensurato, è figlio di Gaetano Carollo, esponente della famiglia mafiosa di Resuttana ucciso nel 1987 a Liscate, in provincia di Milano.