Palermo

Sabato 23 Novembre 2024

Palermo, l'arresto di Mimmo Russo: in cambio dei voti posti di lavoro. Ma anche denaro, buoni benzina o cibo

L’indagine che oggi ha portato all’arresto per mafia e voto di scambio dell’ex consigliere comunale Mimmo Russo nasce da alcune intercettazioni a carico di un gruppo imprenditoriale impegnato nella realizzazione di due centri commerciali. È emersa così l’esistenza di un comitato d’affari che si stava occupando della costruzione a Palermo, nel quartiere Roccella, di un ipermercato. Padre politico del comitato era Mimmo Russo, che si è attivato per sbloccare la variante del piano regolatore per destinare i terreni su cui doveva sorgere la struttura, destinati fino ad allora a verde agricolo. «Lo scopo finale di questa manovra - secondo il gip - sarebbe stato quello di consentire a Russo di appuntarsi il merito della costruzione del centro commerciale con gli imprenditori ed i professionisti interessati, in cambio del quale avrebbe potuto promettere assunzioni presso il medesimo centro commerciale in occasione delle elezioni comunali del 2022, alle quali si è presentato come candidato». Il meccanismo era consolidato: i posti di lavoro incassati da soggetti a cui aveva fatto favori venivano usati insieme a denaro, buoni benzina o cibo, come merce di scambio con esponenti mafiosi, per avere in cambio voti. «Grazie al suo ufficio pubblico - scrive il gip - prometteva agli imprenditori e ai professionisti interessati ad investimenti nel Comune di Palermo che si sarebbe attivato per far aprire loro tutte le porte dell’amministrazione comunale. Di converso, otteneva da questi imprenditori e professionisti un pacchetto di assunzioni da usare come merce di scambio in campagna elettorale. «La particolarità del metodo usato da Russo - si legge nel provvedimento - consiste nel fatto che i posti di lavoro venivano promessi in particolare a soggetti di interesse della criminalità organizzata, che così veniva ulteriormente coinvolta nella realizzazione del progetto». Tra i progetti edilizi a cui l’indagato si sarebbe interessato quello del centro commerciale di Rocella che stava a cuore alle società Building Plot e Building Plot II e la gestione dell’ippodromo.

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