Un patto con il reggente del quartiere Zen per le elezioni comunali del 2001. Le parole di un collaboratore di giustizia svelano, secondo quanto si legge nell'ordinanza che ha portato all'arresto l'ex consigliere comunale di Palermo Mimmo Russo, la sempre stretta connessione tra politica e cosa nostra. Secondo quanto dichiarato dal collaboratore Lo Nardo, 22 anni anni Russo aveva fatto un patto con Carmelo Militano, che all'epoca era reggente dello Zen. Una vicinanza, si legge nel dispositivo di arresto, che sarebbe andata avanti per lungo tempo, come era già emerso in un'altra operazione dei carabinieri, denominato Eos, culminata nel maggio 2009 dall'arresto di 21 mafiosi. Che Militano fosse in carcere poco importava, visto che attraverso i suoi familiari si accertava senza troppi sforzi di mantenere i rapporti con Russo. Nel corso di un colloquio con la moglie, nel 2008, Militano parlava di alcuni contatti per lo svolgimento di alcuni lavori edili, che però necessitavano di un finanziatore per poter iniziare. La donna, in quell'occasione, diceva al marito di aver già parlato con Mimmo Russo, che si diceva pronto a uscire i soldi per finanziare il lavoro a Trabia. Militano aveva poi troncato la conversazione, dicendo alla moglie di scrivergli tutto in una lettera, forse per il timore di essere intercettato. Un comportamento, quello di mantenere i patti con mafiosi detenuti, che Russo, secondo quanto emerge nell'inchiesta odierna, avrebbe mantenuto col passare del tempo, fino alle intercettazioni del 2022, quando l'ex consigliere comunale di Palermo cercò di esaudire il desiderio di Stefano Marino nel far assumere la compagna in un supermercato.