Palermo, aeroporto Falcone Borsellino: assolti gli ex dirigenti Gesap
Sono stati assolti gli ex dirigenti della Gesap, la società che gestisce l'aeroporto Falcone-Borsellino. Erano stati rinviati a giudizio con l'accusa di aver affidato gli appalti sempre alle stesse ditte, senza seguire le procedure previste dalla legge. Scagionati l’ex direttore generale della Gesap, Carmelo Scelta; l'ex responsabile dell’area manutenzione della società di gestione aeroportuale, Giuseppe Liistro; l'imprenditore romano Stefano Flammini, amministratore di fatto di Compagnia del Progetto e Cdp Design; il docente universitario Giuseppe Giambanco; Sergio Gaudiano, nel 2018 presidente dell’omonima società di progettazione; l'amministratore della Tecnogeco, Renato Chiavaroli, Filippo Capuano (amministratore di fatto della Cometa srl), Carlo Vernetti e Alessandro Mauro, amministratore delegato e dirigente della società Quick No Problem Parking. In precedenza era già stato assolto da tutte le accuse l'ex amministratore delegato di Gesap, Dario Colombo, che aveva chiesto il rito abbreviato. La sentenza è della terza sezione del tribunale di Palermo che a parte la prescrizione per un singolo capo di imputazione ha scagionato sette imputati con la formula più ampia «perché i fatti non sussistono». Disposti anche il dissequestro e la restituzione dei beni sottoposti a misure «ablative». Cadono dunque i presupposti dell’inchiesta sfociata in un blitz della Squadra mobile di Palermo del marzo 2017, denominato «The Terminal». Il collegio presieduto da Fabrizio La Cascia (a latere Fabrizio Molinari e Giovanni La Terra) ha assolto anche il docente universitario di Ingegneria, Giuseppe Giambanco, l’imprenditore romano Stefano Flammini, alla guida della Compagnia del Progetto, la società che ottenne il maggior numero di incarichi esterni da Gesap; Renato Chiavaroli, Sergio Gaudiano, Filippo Antonino Capuano. La prescrizione è stata dichiarata su una singola ipotesi per lo stesso Scelta e per Alessandro Mauro e Carlo Vernetti. L’ipotesi dell’accusa guardava allo «spacchettamento» e alla creazione di decine di consulenze esterne che sarebbero state affidate a società e professionisti esterni e compiacenti, facendo lievitare i costi in maniera esponenziale, senza che le opere venissero portate a termine. Il danno per la Gesap era stato calcolato in circa undici milioni di euro. Giambanco sarebbe stato anche titolare di un’azienda alla quale sarebbero state affidate diverse consulenze e aveva subito un sequestro, ordinato dalla Corte dei conti, per oltre 300 mila euro: sanzione ridotta in appello perchè non era venuto meno agli obblighi di docenza; la condanna contabile era stata emessa per non avere chiesto l’autorizzazione al rettore prima di svolgere le consulenze per la Gesap. In linea generale il processo penale ha smontato le tesi dell’accusa: nulla di irregolare era stato commesso, non c'erano stati favori ad aziende «amiche»: i lavori all’aeroporto palermitano sono ancor oggi in fase di ultimazione. «Siamo molto soddisfatti per la sentenza del tribunale che ha riconosciuto l’assoluta insussistenza dei fatti di reato contestati a Scelta. Rimane tuttavia l’amarezza per le sofferenze subite e per essere stato ingiustamente indagato, arrestato e processato», affermano gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Fabio Ferrara.