Sarebbe stato un malfunzionamento elettrico a fare andare in fiamme l'auto dell'imprenditore Gianluca Maria Calì. Le indagini condotte dai carabinieri escludono l'origine dolosa dell'incendio, avvenuto ieri, giovedì 14 marzo, nel parcheggio del supermercato Lidl di Bagheria, alle porte di Palermo. I militari hanno effettuato i rilievi sul posto e visionato le immagini dlele telecamere del circuito di videosorveglianza dell'attività commerciale: non sono state trovate tracce di liquido infiammabile. Inoltre, nessun movimento sospetto sarebbe emerso dai video analizzati. Il rogo ha danneggiato l'Audi blindata dell'imprenditore, che in passato ha denunciato gli estorsori del racket e si è sempre battuto ribadendo i principi di legalità. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento il rogo e sono stati subito avviati tutti gli accertamenti per risalire all'eventuale matrice dolosa, ipotesi adesso esclusa. «Il puzzo di bruciato pervade i miei sensi - ha scritto l'imprenditore nelle scorse ore sui social - ma non distruggera mai la mia dignità da Imprenditore Libero». Calì, che oggi ha una concessionaria d'auto sia a Bagheria che a Palermo, denunciò le richieste il pizzo nel 2011. Cinque mezzi furono distrutti per un incendio doloso e da quell'inchiesta arrivano gli arresti per gli affiliati al clan mafioso di Bagheria. Le intimidazioni però non si fermarono: continuò a ricevere minacce e ritorsioni. Per sentirsi al sicuro acquistò un'auto blidata messa in vendita dal Ministero della Giustizia su Ebay.