Prima condanna per lo stupro di gruppo nei confronti di una ragazza di 19 anni, la notte del 7 luglio scorso in un cantiere in disuso al Foro italico di Palermo: l’unico minorenne tra i sette imputati, ora diventato maggiorenne, processato da solo in abbreviato è stato condannato a otto anni e otto mesi, più di quanto aveva chiesto il pubblico ministero che ha invocato 8 anni di carcere. Per la violenza sono accusati anche i maggiorenni Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao che, in questo momento, sono tutti in carcere: pure loro hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato che inizierà ad aprile. Il minorenne era stato arrestato ad agosto: all’inizio era stato affidato a una comunità ma successivamente era stato nuovamente rinchiuso al Malaspina per avere pubblicato sui social commenti e video in cui quasi «rivendicava» gli abusi. A suo carico anche una chat in cui ammetteva con un amico che la diciannovenne non era consenziente. La vittima ha sempre ribadito di essere stata aggredita e di aver gridato «basta» chiedendo di smettere ai suoi aguzzini. Per gli avvocati, che rappresentano i sette imputati, una testimonianza raccolta nel corso delle indagini difensive dimostrerebbe, invece, che le cose si sarebbero svolte in modo differente rispetto a quanto denunciato. Tra gli elementi a sostegno di questa tesi, contenuti in un fascicolo consegnato ai magistrati, ci sarebbero il racconto del datore di lavoro dell’allora fidanzato della ragazza e un video - girato quella sera alla Vucciria - che mostrerebbe la ragazza che prima paga da bere ai sette amici e poi li invita a vedere sul suo telefonino alcune scene dove lei fa sesso con altre persone. Inoltre, le immagini delle telecamere, piazzate lungo il percorso verso il Foro Italico, metterebbero in evidenza che lei si sarebbe messa in testa alla comitiva senza chiedere aiuto ai passanti e non mostrando alcun segno di paura. Per questo motivo i presunti autori della violenza sostengono che fosse d’accordo ad appartarsi con loro: una versione completamente opposta rispetto a quella della diciannovenne che, invece, ha sempre ribadito che il rapporto non è mai stato consensuale.