Palermo

Sabato 23 Novembre 2024

Il massacro di Altavilla, un'amica di Antonella: quella coppia la preoccupava, mi aveva chiesto di dormire da loro

Un post tratto dal profilo Facebook di Giovanni Barreca mostra lui con la moglie ed i figli +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK

Antonella Salomone «era preoccupata» per l’arrivo di Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia accusata della strage familiare di Altavilla Milicia insieme al marito della donna, Giovanni Barreca, e alla figlia di 17 anni. «Era preoccupata perché li avrebbe rivisti per la seconda volta», ha detto Piera, la migliore amica della vittima, ai microfoni de La Vita in Diretta, il programma di Rai1 condotto da Alberto Matano. «Antonella mi aveva chiesto di esserci, nel caso potevo anche dormire lì da loro perché il mio compagno era partito e sarebbe rientrato il 6 febbraio, quindi io sarei stata sola qui ad Altavilla», ma «all’ultimo momento ho avuto un compleanno». Piera racconta che Antonella non si sentiva sicura con queste persone in casa: «Mi chiedeva un consiglio su questa coppia, diceva che le mettevano contro il marito e i figli». Proprio con la figlia maggiore c’erano dei problemi, «non andava tanto d’accordo con i genitori di Antonella, con i nonni materni. Antonella mi aveva chiesto di cercare una casa vacanza per i suoi genitori che dovevano venire in prossimità dell’estate, mi venne spontaneo chiederle perché non li ospitassero loro e lei mi rispose che Miriam non vede di buon occhio i nonni, non li vuole neanche per festeggiare i suoi 18 anni». La presenza di demoni in casa? «Antonella non me ne parlava assolutamente», ma «mi parlava delle problematiche che c’erano in famiglia, di quelle economiche», del marito «che non era tanto espansivo e che non faceva una vita sociale, quella che invece avrebbe voluto fare lei». Negli ultimi mesi, Antonella si era anche rivolta a un’agenzia immobiliare: «Cercava casa per lei e per i figli», perché lei e il marito «non avevano la patente e i ragazzi si muovevano a piedi o in bicicletta, quindi vivere lì», nella villetta dove è avvenuta la strage, «non era molto sicuro. La nostra richiesta risale al 7 marzo 2023», racconta a La Vita in diretta l’agente immobiliare a cui si era rivolta la donna. Come mai non ha trovato casa? «Perché le garanzie reddituali non erano presenti», ha spiegato. «Senza buste paga, per me è difficile poter proporre dei clienti».

leggi l'articolo completo